PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

12/7/20 - XV Domenica t.o. anno A


Il credente è uno che non si rassegna al non trovare un senso della vita e non si riduce al piccolo cabotaggio del valore che si può dare ai singoli momenti, circostanze, situazioni del tempo che trascorre, fatto perlopiù di una quotidianità banale. Trova nella Parola di Dio la risposta al suo essere domanda.
Ecco Isaia: "Come la pioggia…". L'uomo non è fatto della sua terrestrità. Una dimensione di lui viene dall'Alto e lo feconda, lo fa crescere nella prospettiva non del ritorno alla terra ma di un Oltre da raggiungere: "Non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero…".
Il cristiano specchia la sua vita in Colui, Cristo Gesù, che, venuto dall'alto, porta a compimento la sua missione di fare del tempo, della storia, della vita umana un ritorno là dove trova il suo compimento e il perché del cammino sulla terra. Ecco perché il cristiano si fa discepolo, alunno, si alimenta della parola, dell'esemplarità di Cristo.
Eccolo, Gesù, in riva al mare, l'elemento infido che potrebbe annegare la vita stessa e i suoi "perché" rimasti insolvibili. Ecco la folla, ecco anche noi attorno alla barca, la Chiesa dove ancora oggi è vivo, attuale il suo ammaestramento non su alcune dimensioni del vivere ma sulla vita nella sua interezza. E anche Gesù parla di un seme che Dio mette nel cuore dell'uomo perché lo possa cercare: la fiducia nel non rinunciare a cercare, la speranza per non affondare nel presente, quell'empatia che non mortifica il proprio "io" sulla misura delle delusioni, dei fallimenti, delle avidità.
Il terreno, l'essere di terra non è univoco. Ognuno con il suo vissuto, il suo trascorso, le asperità del momento. C'è l'uomo "strada" attraversato da tutti senza che nulla rimanga, l'uomo sassoso, spinoso, intermittente perché schiavo delle sensazioni, senza sentimenti e senza idee perduranti. E si tratta di domandarsi dove ci si rispecchia. Ma c'è anche il terreno buono dove si lascia fecondare dalla Parola e, superando gli ostacoli inevitabili nel vivere, porta frutto e il frutto della vita è risalire verso l'Oltre, verso Dio e Gesù nel suo ritorno di risorto che ci porta con sé. È la vita realizzata nella sua pienezza. È la filosofia di vita del cristiano, della comunità cristiana, al seguito di Gesù.
Allora comprendiamo le parole di Paolo, la sua predicazione alle prime comunità cristiane: "Ritengo che le sofferenze del tempo presente – nel non arrendersi, nel continuare a diventare, ad andare controcorrente, ad aver fiducia che ciò che Dio permette è per il nostro bene… – non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata (non a noi! ma...) in noi": nell'intimo, nell'essenza del nostro essere. Non fatti di terra per ritornare terra ma fatti della vita divina per ritornare a Dio.

12/7/20

Letture: Is 55,10-11; Sal.64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie