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20/9/20 - XXV Domenica t.o. anno A


Avvio Anno Pastorale: benedizione campane e zaini, anniversario dell'ingresso di don Ezio e dell'inaugurazione dell'Oratorio

Possiamo dire, per esperienza, che ogni domenica la pagina del Vangelo che ascoltiamo illumina e dà forza ad un aspetto, un momento, una scelta della nostra vita perché possa dirsi cristiana. Oggi, mette in piena luce la vita della nostra intera comunità all'inizio di un nuovo anno pastorale. Chi siamo? I cittadini del "Regno dei Cieli", della novità che Gesù porta con sé venendo da Dio. E Gesù dice che Dio ci chiama a lavorare e dunque anche alla fatica nella sua vigna. Parola che dice la preziosità di quello che noi chiamiamo "Chiesa", destinata a portare il vino della gioia per tutta l'umanità. La chiamata è al mattino della vita, nel mezzogiorno della giornata, fino a sera. La ricompensa è Dio stesso, non divisibile tra le gelosie nostre che possono insorgere. E noi tra poco benediremo il segno sonoro, le campane che fanno sapere che qui il Signore continua a chiamare, a dare ad ognuno il suo compito. Invitano ogni giorno con suono grave per condividere le sofferenze, con suono gioioso e festoso per ricordare che la vita deve saper dire "Grazie", lodare il Signore per la sua bontà.
Tra gli operai ci sono anch'io che 17 anni fa ero mandato nel filare dell'Annunziata con il proposito nel cuore che tutti e ciascuno diventassimo parte di coloro che con il concreto vivere dicono bene del Signore.
Ci sono il nostro futuro, i piccoli che, oggi, sono venuti a Messa con lo zaino della scuola. Vi depositeremo tra i libri della scienza che insegnano a sentirsi parte del creato e a non distruggerlo, della storia del bene e del male che l'umanità scrive, della poesia, della musica, la grammatica dell'esistenza, la sapienza che è per noi il Vangelo e niente di meglio una comunità ai suoi piccoli potrebbe offrire e raccomandare.
Ma poi, oggi, noi ricordiamo che da 5 anni abbiamo una scuola della sapienza che ci viene dal Vangelo. Si chiama Oratorio. Oratorio da "bocca" che dice nutrimento, comunicazione, silenzio, affetto, amicizia senza distinzione di provenienza, classe sociale, appartenenza… In una parola "vigna" che garantisca per il domani il vino buono per una società che senza Gesù si inselvatichisce, imbarbarisce, non sa più chi è l'uomo perché ha smarrito che è immagine di Dio. Lo studio diventa sopraffazione, il lavoro carriera, il rapporto mercato a vantaggio dell'io, Dio il dimenticato, l'ininfluente, il riferimento cattivo quando il lavoro si fa difficile, immerso nel caldo e la fatica della giornata. No! Non sia così per noi!
Facciamo nostro il programma che Paolo affida ai primi cristiani: "Cercate il Signore mentre si fa trovare". Individuiamo la vigna, l'Annunziata dove, crescendo negli anni, si intravedono grappoli destinati a diventare condivisione del Regno inaugurato da Gesù.

20/9/20

Letture: Is 55,6-9; Sal.144; Fil 1,20-27; Mt 20,1-16


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don Ezio Stermieri
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