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6/1/21 - EPIFANIA DEL SIGNORE


Epifania, lo dice la parola, è la piena manifestazione dell'evento dell'incarnazione, del Natale, la messa in chiaro di ogni particolare e lo spingersi della luce fino ai confini della terra, fin dove c'è un uomo, una cultura, un percorso religioso che, illuminato dalla stella, ricuperi la sua dignità, il suo compito, il suo destino illuminato dalla fede. Quasi a conclusione di queste festività vorrei condividere, me lo suggerisce il Vangelo odierno, un tratto presente in ogni frammento del quadro che evidenzia il Mistero rivelato e celebrato, perché è un disegno in movimento che evidenzia i passi.
Fin dall'Avvento il profeta aveva intravisto il tempio messianico come intervento di Dio a distruggere la città dei prepotenti, degli ingiusti, degli oppressori e poneva in risalto i passi dei poveri, dei calpestati a prendere possesso, a ricostruire una nuova Gerusalemme. Nel giorno della nascita, poi, Isaia poneva in primo piano la bellezza dei passi di chi viene ad annunciare la pace. Tutto il Vangelo non è che la narrazione dei passi di Gesù, un Dio camminatore per guarire, consolare, accogliere, perdonare, di villaggio in villaggio, per condurre all'unico gregge con Lui unico pastore verso una Gerusalemme nuova.
Rivediamo i passi di Maria e Giuseppe da Nazaret a Betlemme, passi non certo scelti ma imposti eppure realizzano una promessa: "E tu Betlemme… darai alla luce il Dio-con-noi". I passi dei pastori. Non vivono rassegnati nella loro condizione senza novità, alla luce della Notte Santa, all'invito degli angeli ecco i loro passi verso quel Bambino: "Per voi è nato un Salvatore".
E oggi i passi dei Magi che ripercorrono i passi di Abramo, il padre di ogni credente che si mette in ricerca della "casa", la terra dove Dio abita per portare la gioia di quella nascita dentro alla scienza che diventa sapienza, l'autorità che diventa servizio, la religione che diventa esperienza di Dio, il dolore che diventa gioia, la povertà giustizia, la stessa morte sorgente di vita.
Solo Erode, il potere, non si muove, interessato solo a consolidare se stesso. Solo del potere prepotente non si vedono i passi. Erode manda i Magi e li invita a ritornare perché anche lui possa riconoscere chi è Gesù che è nato a Betlemme.
Ma la sapienza dei Magi è tale perché non è in vendita e per altra strada muoveranno i passi del ritorno.
Quanto abbiamo bisogno, oggi, bloccati nel movimento e nello spirito, di sognare, prevedere, riorganizzare i passi che ci attendono. Non solo per uscire da un tempo che impaurisce ma per ricuperare la indispensabile gioia non del ritorno all'indietro ma di un nuovo futuro.
Ci sono necessari i passi di Maria e Giuseppe, dei pastori, dei Magi; i passi di quanti nei tornanti della storia non si sono arresi, dati per vinti ma hanno inventato nuovi futuri.
Abbiamo bisogno di metterci in cammino per "altra strada". Non più quella indicata da interessi egoistici che portano fuori strada. Io conosco la strada da percorrere! È quella sulla quale incontriamo Cristo, la via! Per questo Egli è venuto! Per unire ai nostri i suoi passi.

6/1/21

Letture: Is 60,1-6; Sal 71; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12


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don Ezio Stermieri
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