PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

17/1/21 - II Domenica t.o. anno B


Avviandoci nel tempo ordinario non solo della liturgia ma della vita quotidiana, l'odierna parola di Dio ci pone necessariamente ad un bivio. Non può che essere così. Dio ci ha creati liberi e la sequela di Cristo non può essere per tradizione, per paura, per sensi di colpa, per educazione… Si tratta di essere liberi dai condizionamenti per esercitare la propria capacità di scelta. È vero che il diventare cristiani è in seguito ad una chiamata, ad un incontro come ci dice il Vangelo odierno, ma la risposta deve essere libera. Scrivendo ai cristiani di Corinto, Paolo pone il bivio della scelta tra il vivere secondo la mera corporeità e il vivere stando con Cristo.
"Fratelli, il corpo non è per l'impurità". L'impurità è il caricare di una valenza estranea, che inquina, avvelena, adultera le varie dimensioni della vita. Diventa impuro il rapporto con Dio quando è sotto il segno della paura, quando è vissuto nella distanza, quando è dettato dalla speranza che convenga. Perché Dio è alleato, è Padre, è amore gratuito e dunque il rapporto con Lui richiede trasparenza e sincerità, cuore e intelligenza. Può diventare impura la relazione con l'altro quando è ridotto a cosa, è dettato dall'interesse, dal possedere, dal colpevolizzare. L'altro non è una pedina per il mio io; è una persona. Può inquinarsi, e rendersi impuro, il rapporto con il proprio "io" quando lo condiziono al giudizio altrui, lo rendo succubo o ribelle, oggetto dei piaceri del mio egoismo. A quel punto è avvelenata, adulterata l'esistenza. "State lontani dall'impurità per non peccare verso il proprio corpo". La corporeità capace di arrestare la nostra realizzazione umana in nome di un "io" distorto è, dice San Paolo, abitazione dello Spirito Santo e non esiste Santità, realizzazione umana a cui la nostra fisicità non partecipi, ognuno con la propria originalità.
Il Vangelo ci apre alla strada alternativa del bivio. È per tutti e per sempre Giovanni Battista ad indicarla: "Ecco l'Agnello di Dio". La via si chiama Gesù, la scelta è di farsi carico del male che incontriamo e al suo posto mettere il bene. Fare quello e come ha fatto Gesù. Come per i primi due discepoli diventa domandare: "Dove abiti?". Andarono, videro, rimasero con Lui. È anche per noi dunque l'espressione di Gesù: "Venite e vedrete".
La scelta, è libera e a ragion veduta, diventa così determinante e decisiva che se quei due hanno registrato l'ora: "erano le quattro del pomeriggio", anche noi non dimenticheremo più l'incontro che ci ha cambiato la vita.
Come i primi discepoli, non potremo tacere, non invitare altri ad incontrare Gesù. E questo diventa il segno di una Chiesa che cresce superando la tendenza odierna di uno tsunami di ateismo e indifferenza che rende la fede condivisione per i superstiti del naufragio di una cultura che ha fatto del corpo, senza anima, senza spirito, senza umanità, lo strumento unico della propria soddisfazione e realizzazione della società.
Bellissimo il racconto della chiamata di Samuele (prima lettura) nella notte che non esclude la voce che chiama e ha pronta la risposta: "Parla perché il tuo servo ti ascolta". Ma sono troppe oggi le voci che chiamano a comprare, a provare, a pensare unicamente al proprio interesse materiale. Dovremo imparare a qualche sosta di silenzio, ad essere attenti nelle notti della fragilità perché lì ritorna la voce che chiama non genericamente. Chiama per nome e pone anche me al bivio della scelta.

17/1/21

Letture: 1 Sam 3,3-10.19; Sal.39; 1 Cor 6,13-15.17-20; Gv 1,35-42


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie