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1/4/21 - Giovedì Santo - "in Coena Domini"


Qui nel nostro cenacolo, dove il Risorto ci convoca nel suo giorno, qui dove risuona la beatitudine degli invitati alla Cena dell'Agnello, siamo spiritualmente spinti in quel primo Cenacolo, a Gerusalemme, dove, venuta l'"ora", l'ora della Pasqua, l'ora della liberazione quando il sangue di un agnello sugli stipiti delle porte garantiva il passaggio di Dio-salvezza, Gesù, riuniti i suoi, offre se stesso, diventa agnello del nostro riscatto, si fa pane che nutre la fatica del viaggio verso la Pasqua eterna.
Là in quel luogo che la tradizione ci ha conservato possiamo risalire alla nostra nascita nella storia che il Figlio intrecciava con l'umanità. Là è nato il mio essere prete per voi: colui che rende attuale il gesto dell'amore supremo e una generazione lo consegna all'altra. "Ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore finché egli venga". Così S. Paolo (1Co) e continua: "Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso". Là è nata la Chiesa, quella del grembiule, quella di coloro che si lavano i piedi a vicenda; coloro che si distinguono per come amano e si vogliono bene. Là la fede aveva la spinta della missione, l'identità inclusiva perché Cristo sia annunciato, il suo vangelo conosciuto, il suo Regno venga.
Sempre nel Cenacolo gli Apostoli vedono aprirsi le porte e si sono sospinti dallo Spirito a portare la novità per un mondo nuovo: il perdono. Come Dio si è fatto dono per noi così noi diventiamo dono di carità per ognuno che incontriamo sulla nostra strada.
Nel Cenacolo Gesù consegna il suo Testamento e dice chiaramente di non pregare solo per i presenti ma anche per noi che ci fidiamo dell'unica Parola che fa la libertà e la verità: la Parola, il Verbo fatto carne perché nessun essere di carne venga scartato e si è fatto Pane: "perché anche voi facciate come io ho fatto a voi".
Là, in quel luogo è stato presente anche il tradimento, la svendita di Gesù, la dichiarazione di non conoscerlo dopo aver protestato fedeltà più di tutti. Così neanche il peccato, il tradimento che attraversa la storia dei cristiani non ci spaventi. La presenza che Egli assicura fino alla fine dei tempi ci offre la condizione di ritornare a Lui, ripartire da Lui, raccontare di Lui ai nostri piccoli desiderosi di riceverlo perché non venga a mancare la testimonianza che nasce da quella Cena pasquale. Non venga a mancare ai malati la Comunione che rigenera, non sia sottratto all'amore famigliare il pane della gratuità insieme con il pane quotidiano guadagnato con il proprio lavoro.
Riascoltiamo la parola pronunciata da Gesù in quell'ora: "Ho desiderato ardentemente fare questa Pasqua con voi". Sono parole che rivelano il desiderio, l'amicizia, l'alleanza, la sponsalità di Dio con noi. La nostra risposta sia generosa, pareggi il desiderio di Dio con il nostro desiderio domenicale. Allora il lavare i piedi non sarà più faticoso, iniziare a Cristo sarà un privilegio, saperlo presente nella nostra vita una sicurezza. Là in quel Cenacolo siamo nati, qui nel nostro cresciamo ogni giorno fino a raggiungere la statura di Cristo.

1/4/21

Letture: Es 12,1-8.11-14; Sal.115; 1 Cor 11,23-26; Gv 13,1-15


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don Ezio Stermieri
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