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16/1/22 - II Domenica t.o. anno C


La Chiesa, nella liturgia di questa domenica, da una parte salda il tempo ordinario che ha il suo inizio sull'Incarnazione: l'irrompere di Dio nella nostra storia e dunque la sua "epifania", manifestazione: ai popoli tutti attraverso i Magi, ad ognuno facente parte dell'umanità nel Battesimo e, oggi, a Cana dove attraverso lo sposalizio l'amore è ri-creato, fecondo. Dall'altra però, prima di affidarci all'evangelista Luca che ci guiderà ad una fede solida, sicura, rocciosa in Gesù Cristo, al suo "oggi" missionario del Padre, ed essere da Lui guariti, di nuovo resi capaci di vedere, udire, parlare, camminare, e ancora perdonati, risorti… attraverso l'evangelista Giovanni ci viene presentato chi è Gesù.
È lo Sposo, venuto per un'alleanza eterna; porta con sé il vino della gioia, della vita, dell'accoglienza, della mensa imbandita perché l'umanità, la sposa, ponga il suo breve esistere nell'essere per sempre di Dio. Di più, incarnandosi, Dio non poteva fare. Ci ha presi per mano come il fidanzato la fidanzata e la vita diventa andar verso la celebrazione delle nozze eterne. Crolla il paganesimo con la sua paura di Dio, sbiadiscono i cammini religiosi che spesso si arrestano ancor prima di arrivare, arrossisce il facile ateismo pratico che abbandona l'uomo per strada, senza meta, orizzonte, "perché", convincendolo a non farsi problemi. La constatazione del non avere più vino rimanda ad un bisogno che solo Cristo può soddisfare.
Già nell'Antico Testamento, Isaia si fa voce di un vuoto dell'uomo che solo Dio potrà colmare: "Nessuno ti chiamerà più Abbandonata… Sarai chiamata mia «gioia» e la tua terra «sposata»".
San Paolo allarga (seconda lettura) il concetto di famiglia, conseguenza delle nozze, in un nuovo fervore, compito che disegna la Chiesa. Ognuno ha un suo dono e dunque un suo compito per il bene comune. Ma uno solo è lo Spirito che tiene uniti e rende missionari: lo Spirito di Gesù, la gioia di non essere schiavi della vita, dei tanti compiti e ruoli ma "sposi", protagonisti, alleati per il bene della famiglia umana di cui la Chiesa è segno e strumento: Sacramento.
Ci rimane dunque da vivere un intero anno alla scoperta del Vangelo che è poi la scoperta di noi stessi alla mensa del Signore, alla festa della vita che è festa di nozze non per forza, per tradizione, per paura ma felici di essere stati scelti per dire con la vita quanto anche oggi l'uomo sia amato, cercato, invitato da Dio.

16/1/22

Letture: Is 62,1-5; Sal 95; 1 Cor 12,4-11; Gv 2,1-12


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don Ezio Stermieri
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