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10/6/18 - X Domenica t.o. anno A


Riprende nel calendario liturgico il Tempo Ordinario. Sapientemente la Chiesa ci chiede di vivere nella ordinarietà, nella quotidianità Gesù Cristo morto e risorto, nostra Pasqua, ma anche il suo insegnamento sulla novità che Egli ci ha portato da Dio, il Regno, il suo ammaestramento sulla vita in ognuna delle sue dimensioni e coordinate e, conseguentemente, uniti a Lui, diventare fermento, enzima di risurrezione in un mondo che mai come oggi è presagio della sua fine: della sua filosofia, del sistema politico, culturale, sociale e, perfino, ambientale. Ebbene, ecco il messaggio di oggi, il Vangelo: Gesù introduce nel mondo, e perciò nella vita di ognuno che voglia far parte dei suoi, lo Spirito che libera l'uomo dal male, quel Male personificato che ogni giorno ci tenta alla rassegnazione, ci spinge allo scoraggiamento e alla delusione, giustifica pensieri, parole, atteggiamenti divisivi, contrari all'essere di Cristo, insinua che non saremo noi a cambiare il mondo come se non dipendesse da ciascuno l'ordine di una intera città.
Il brano evangelico descrive il paradosso non solo di allora, anche di oggi: ipotizzare che Cristo stesso porti uno spirito di male, contro l'ordine costituito, il politicamente corretto, la libertà di ognuno di autodeterminarsi… Non è forse così anche oggi quando perfino a scuola è insegnato laicisticamente che la religione cristiana, ogni spirito religioso è principio di guerra nel mondo? Come se i signori della guerra e delle armi fossero i dirigenti dell'Azione Cattolica… Lo Spirito di Gesù supera questi travisamenti. Diventare discepoli suoi è condividere il suo Spirito che ci unisce alla sua famiglia, principio coagulante dell'umanità in una sola famiglia: la famiglia umana dei figli di Dio, fratelli di Gesù, con lo Spirito che dà la fisionomia del Cristo.
La presenza di Gesù è dunque il superamento di quello spirito divisivo presente, ce lo dice la Genesi (prima lettura), fin dall'inizio. Spirito che incolpa l'altro anziché lo Spirito che responsabilizza ciascuno verso il male presente e il bene da costruire. Riascoltiamo le parole di Paolo ai Corinzi, ci possono essere utili: fratelli, animati da quello stesso spirito di fede… convinti che lo Spirito che ha risuscitato Gesù farà anche di noi dei risorti… non ci scoraggiamo… il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata di eterna gloria… portando lo Spirito di Dio dentro alla quotidianità, materialità delle nostre giornate.
Non illudiamoci. Di tanto in tanto approfittando dello sprofondare, qualcuno si presenta come panacea dei tanti mali; non è altro che l'affacciarsi dei tanti volti di ogni dittatura. La presenza cristiana è ammonimento e avvertimento che il bene comune, ogni tipo di bene da perseguire è il risultato dello spirito di ciascuno, il non rassegnarsi che la storia sia come appare. Lo Spirito di Gesù è forza e coraggio individuale per fare del vivere comune storia di salvezza.

10/6/18

Letture: Gen 3,9-15; Sal.129; 2Cor 4,13-5,1; Mc 3,20-35


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don Ezio Stermieri
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