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24/6/18 - NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA


Fin dagli albori del cristianesimo la comunità celebrava questo giorno in memoria della nascita di Giovanni Battista. Forse era a conoscenza che nove mesi prima Zaccaria, il padre, di turno nel tempio, ebbe la rivelazione di questa nascita. Senz'altro leggeva i testi ascoltati anche da noi nella certezza che il Battista sia stato il compimento di una promessa messianica, l'Elia che avrebbe preceduto il Messia e che Gesù stesso indica in Giovanni il precursore.
Abbiamo sentito come Paolo, in Atti, ad Antiochia di Pisidia inserisca Giovanni Battista nel succedersi della speranza messianica come colui che aveva preparato la venuta del Cristo con la predicazione di una necessaria conversione, con la testimonianza di una vita ricondotta all'essenziale, con quella passione della verità che lo fa riconoscere "voce" della Parola, indicatore del Figlio di cui non è degno di allacciare i sandali.
Questo nato da donna di cui non esiste più grande – come dice Gesù – è stato invocato durante tutta la storia cristiana come modello e protettore e anche la comunità delle origini di Torino volle la sua presenza e lo attesta l'archeologia che sotto l'attuale cattedrale ha riscontrato tre chiese: al Salvatore, a Maria, a Giovanni Battista.
Lo attesta la predicazione di S. Massimo, primo vescovo, e le tradizioni sociali che innestano nell'abbondanza dei raccolti l'abbondanza della fede in Cristo divenuta sequela e testimonianza contro il continuo pericolo del paganesimo ritornante con le sue lotte sociali, la sua ingiustizia verso i deboli per l'ingordigia dei pochi, il dissolversi della morale per il mancato rispetto delle persone, dei valori, dei meno fortunati. Giovanni si staglia gigante con il suo "non è lecito" e con il suo indicare Gesù come Colui che prendendo su di sé il peccato del mondo rende possibile alla società, alla Chiesa, a ciascuno quella libertà che rende sicuro il cammino verso un umanesimo che senza Cristo svilisce nell'utopia, precipita nel contrapporsi delle forze, degli egoismi, della polemica continua in vista del potere.
Anche oggi siamo ad un tornante della storia vicino ai tempi di quella cristianità che si vede invasa da barbari ma sempre, anziché respingerli, incultura il Vangelo; simili agli uomini e donne di quel tempo, tentati dalla paura del futuro ma che sanno introdurre nel vivere sociale presenze di sicurezza vivendo assieme il Vangelo, facendosi modello di comunità, conservando il meglio della tradizione e, sorretti dalla fede, affrontare il futuro.
Non è qui il contesto per elencare priorità da inverare perché il nostro "oggi" non imploda per mancanza di coraggio, sospetto reciproco, scarso senso della responsabilità in nome di falsi diritti e false libertà. Qui noi diciamo "Grazie", celebriamo l'Eucaristia, ci immergiamo in quel fiume di Grazia che attraversa la storia e arriva fino a noi e indicandoci il Battista come l'uomo della verità riascoltiamo Gesù: "La verità vi farà liberi".

24/6/18

Letture: Is 49,1-6; Sal. 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80


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don Ezio Stermieri
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