PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

25/11/18 - SOLENNITA' DI CRISTO RE


Concludiamo con questo Rendimento di Grazie l'anno liturgico. Alla scuola di Marco ci siamo messi al seguito di Gesù, ricominciando da Lui il nostro essere cristiani. L'abbiamo riconosciuto Maestro perché la sua dottrina è nuova, il suo linguaggio operativo. Abbiamo sperimentato come la sua presenza guarisce dai tanti mali, dallo stato febbrile della nostra esistenza. Entrando nel Regno che Egli inaugura ci siamo sentiti primizia di un umanesimo nuovo dove il nostro essere poveri, piccoli, emarginati ci ha incoraggiati ad essere sale, luce, il lievito nel mondo in cui siamo posti. Ai piedi della Croce abbiamo riconosciuto in Lui il figlio di Dio e la nostra mortalità è stata riscattata dalla sua Risurrezione. Abbiamo ricevuto il suo Spirito e siamo stati mandati a portare il Vangelo fin dove c'è un uomo.
Alla fine, oggi, ascoltando il Vangelo di Giovanni, lo chiamiamo Re, Signore della vita e della morte. La sua dichiarazione: "Io sono re, per questo sono venuto nel mondo" avviene in un contesto di condanna. Il potere, ogni tipo di potere, non lo riconosce perché alternativo alla regalità di Dio. Sostiene piuttosto quella signoria, regalità dell'"io" che vive nella gelosia che qualcuno possa sostituirsi all'affermazione di sé, delle proprie ragioni, dei propri poteri, averi, felicità che chiedano di far posto a Dio, all'altro, alla verità oggettiva che regoli ed affermi un bene comune, una comunione fraterna, una libertà che implichi la responsabilità di un condiviso pensiero, un'azione comune, il diritto dell'altro di essere considerato per quello che è e non secondo il calcolo della prepotenza dell'io.
Eppure questo "Re" è stato desiderato, intravisto, sospirato nelle "visioni notturne" che si accavallano nella storia dell'umanità. "Un potere eterno, che non finirà mai, un regno che non sia distrutto" è nell'aspirazione dell'umanità che vede alternarsi poteri che si servono della società, dei suoi bisogni e paure, per affermare se stessi. L'uomo sente la necessità di andare oltre la tentazione del razzismo che in ultima analisi è disprezzo del povero come maledetto, responsabile dei suoi fallimenti.
Il Regno di Cristo invece parte proprio dalla povertà, dai poveri di tutti i tipi per allargare il cuore dell'uomo ed impegnarlo al lavoro per una società, una umanità che goda della pace perché fa la giustizia, asciuga le lacrime dei disperati, pone la mitezza come regola dell'autorità e del potere, integra l'emarginato, l'esule, il fuggiasco alla ricerca dell'uomo che ponga nell'essere di carne il principio della solidarietà.
Il libro dell'Apocalisse lo vede in arrivo, lo riconosce in Gesù, il figlio fatto carne che unisce alla sua vita divina, il Regno eterno, l'essere carne, di ogni uomo. Siano rese grazie perché a noi è stato concesso l'incontro con Lui, il dono del Vangelo, il poter ricominciare da Lui che è il Principio e la fine, la ragione della vita e il suo compimento nel Regno eterno e universale che è regno di giustizia, di amore e di pace. Amen!

25/11/18

Letture: Dn 7,13-14; Sal.92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie