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31/12/18 - FESTA DELLA MADRE DI DIO


Sulla soglia del 2019 ci attende Maria, la Madre di Dio secondo la carne e Madre nostra perché ultimo dono di Cristo dalla Croce. La sua accoglienza in un ulteriore segmento della vita è rassicurante. Ce lo ha ricordato or ora il Vangelo, Ella ci insegna a meditare e dunque a dar valore alle cose, alle persone, a quanto la vita ci riserverà traendo dal bene occasione di lode e dal male occasione di nuovo arricchimento umano. Ella ci insegna a conservare nel cuore le esperienze della vita per non scoraggiarci nei momenti difficili: il Signore che ci è stato di aiuto è con noi, e per trarre alimento e forza dagli esempi di chi nel trascorrere della vita ci è stato accanto, di esempio, conforto nell'amicizia.
Maria, la donna del Magnificat, faccia di noi, nel nuovo anno, una ulteriore strofa dell'inno della nostra vita. Il primo giorno di ogni anno i cristiani lo consacrano e invocano dal Signore la pace per questa povera umanità. È Maria che ci ha donato Cristo nostra pace. Solo alla scuola del Vangelo le tante rivoluzioni non si risolvono in altrettante restaurazioni e terrorismi, gli auspicati cambiamenti non finiscono per dare lo stantio di promesse che richiedono la buona volontà di tutti. La pace, dice Gesù, si costruisce; la costruisce chi si sporca le mani, non i pacifisti di parte, i pacifici rinchiusi nel loro egoismo, ma ognuno di coloro che superano l'"io non sapevo", "non dovevo", "non volevo" e dicono: "tocca a me"!
Il Vangelo ci presenta anche i pastori che vanno a Betlemme in cerca di speranza, essi che sono considerati lo scarto della società. Può essere un utile richiamo per noi quando sperimentiamo il limite, l'insuccesso, l'emarginazione, il fallimento. Anziché fare della povertà miseria disperata, mettiamoci anche noi in cammino spirituale, morale, famigliare, ecclesiale verso Betlemme. Capiremo quanto è indispensabile apprendere su Dio: come ci ha amati; comprenderemo il dono della famiglia, degli affetti, del vivere secondo la legge del presepe per portare nel macrocosmo la bellezza del micro. Impareremo a rinascere, a ricominciare da Cristo e con Lui, Dio-con-noi, vinceremo ogni paura del futuro e della stessa morte. Per questo egli è nato, per essere il Salvatore, Cristo Signore.
Sulla soglia del nuovo anno, poi, ognuno di noi può decidersi di essere più accogliente, buono, generoso… Il tempo che ci è dato non è altro che ulteriore spazio per diventare "capaci" di Dio nostra eternità.
La comunità cristiana di cui siamo parte non ha compito più sublime che, sull'esempio di Maria, farsi accoglienza per insegnare a pensare e ricordare; non ha mandato più importante che trasmettere Cristo per fare la pace, la giustizia, la fraternità; non ha mandato più urgente che di mettersi a disposizione degli ultimi, dei "pastori" di oggi, dei poveri che Cristo ci ha detto che avremo sempre con noi, anche nel 2019. Non fermiamoci ad auguri che lasciano il tempo che trovano. Ad ognuno che diciamo "buon anno" sia come se dicessimo: "conta su di me"! Non è forse questo il messaggio che viene come benedizione da Betlemme, contare su di Lui, Gesù che è nato?

31/12/18

Letture: Nm 6,22-27; Sal.66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21


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don Ezio Stermieri
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