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30/6/19 - XIII Domenica t.o. anno C


Ritorna con questa domenica il Tempo “Ordinario” e molto della nostra vita è scandito dalla ordinarietà, dal susseguirsi delle quotidiane attività, impegni, fatiche, qualche speranza e delusione. Una scansione non senza tentazioni: la inutilità di tante cose che infiltrano malessere, la noia che richiede alternative di evasione, drenaggio che invoca degli “altrove”, coscienza del tempo che passa, trascinati o rincorsi dalle cose, sovente non raccogliendone il “perché”.
Anche il cristiano vive la quotidianità, ma con vantaggio: ha una meta settimanale, un giorno, la domenica, nel quale ode una parola che rischiara il vedere, mette nel cuore speranza, rende visibile tra la propria gente l'amore che fa nuove tutte le cose. Anche se anche per il cristiano non mancano le tentazioni. Ed è proprio il Vangelo or ora ascoltato che ci apre ad un nuovo orizzonte. Luca ci ha raccontato di Gesù che non senza una decisione forte, interiore, si incammina dalla Galilea verso Gerusalemme dove l'attende il dare la vita senza riserva, anche per chi lo tradirà, lo rinnegherà, lo lascerà solo. Ci sono dietro a lui i discepoli che han deciso di fare della loro vita quotidiana una sequela. Non c'è maestro che abbia una parola come la sua. È uno che guarisce. Parola di Dio come di un padre premuroso, annuncia un Regno dove non si è sudditi ma cittadini.
Eppure la pagina ascoltata parla di tentazioni che sono anche nostre. La tentazione dell'avventato che preso dal sentimento dichiara: “Ti seguirò dovunque tu vada” perché pensa che, a seguirlo, Egli risolve tutto, non pensa che ci sono sicurezze, pensieri, affetti, idoli che renderebbero affaticante il cammino. Per seguire Gesù ci vuole un bagaglio leggero! C'è chi sente chiamato: “Seguimi”, ma ha delle priorità, dei “prima” che porrebbero Gesù per i tempi vuoti, per quando non c'è altro da fare, per determinati momenti. Per seguire Gesù e non perderlo di vista bisogna dargli il primo posto che allinea tutti gli altri impegni. C'è anche chi ha affetti, rifugi, idee che esigono priorità ed invece Gesù ricorda: “Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio”.
Essere chiamati, seguirlo è come è stato per Eliseo (prima lettura), essere ricoperto del “mantello”, della missione di Elia. È essere partecipi della missione di Cristo, è dare la vita giorno per giorno e non cercare dalla vita quanto possa riempire il nostro vuoto. È, per dirla con San Paolo, un “camminare secondo lo Spirito”. Ricordare che “Cristo ci ha liberati per la libertà”. Liberi di essere “a servizio gli uni degli altri”. Quando la quotidianità della vita si apre a questo orizzonte, le tentazioni umane e cristiane sono decisamente vinte. E il sapore dell'“ogni giorno” riserva sempre stupore, meraviglia, gioia del piccolo dono che ogni giorno reca con sé. La gioia di un cammino verso una meta, un attracco che non è solo di morte perché, come per Gesù, è aver donato la vita. È la certezza che ogni domenica ci conferma, di essere risorti con Lui nel “per sempre” di Dio.

30/6/19

Letture: 1 Re 19,16.19-21; Sal 15; Gal 5,1.13-18; Lc 9,51-62


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don Ezio Stermieri
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