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21/7/19 - XVI Domenica t.o. anno C


Mettersi alla sequela di Cristo, diventare cioè cristiani: lungo il cammino della vita arrivano le occasioni, guardando Lui e ascoltandolo per meglio definire il legame, il rapporto religioso tra noi e Lui, il Cristo.
La pagina odierna di Vangelo è illuminante da questo punto di vista. Innanzitutto più che essere noi a frequentare la sua dimora è Lui ad entrare nella nostra casa. È dunque Lui ad allineare la priorità dei valori e ciò può essere utile per chi procede attraverso degli aut-aut anche in fatto di fede: contemplare o agire, pregare o lavorare e di questi dualismi antitetici ne poniamo parecchi.
Per Gesù, l'ascolto, la contemplazione silenziosa, l'attesa di udire la Parola di Dio è prioritario sia guardando l'estuario della vita quando l'eternità non sarà altro che piena comunione con Dio e fare della vita un salutare esercizio è indispensabile, ma l'aspetto contemplativo, meditativo è indispensabile anche per orientare, sostanziare, qualificare il “fare” e l'averlo dimenticato comporta che quasi tutte le azioni dell'uomo si sono pervertite. Il lavoro non è più realizzante ma unicamente utilitaristico, la politica ha unicamente di mira il potere dimenticando che è servizio... e questa mancanza di riflessione, di carenza delle ragioni di un certo modo di fare va sempre più imbarbarendo la società, le relazioni, fino ai contenuti etici politicizzati e diventati gioco di squadre e la dimensione politica privata di ogni etica, arrivando a giustificare un male promettendo un bene che non è in potere di chi lo sbandiera.
Questo Gesù a Betania, questo Dio itinerante che entra in casa di amici, respira la nostra umanità più autentica, sperimenta con Marta la gioia di accoglierlo che diventa tutto servizio ed accoglienza e lo stupore di Maria accoccolata ai suoi piedi che ricorda come l'essere più profondo dell'uomo è il pensiero, il sentimento, la reciprocità il desiderio di un per sempre che riempie di estasi ogni attimo... ci porta, nonostante la nevrosi di questo tempo della corsa e fretta dell'uomo-criceto, alla profondità del nostro essere dove il legame, la re-ligio, la reciprocità, la gratuità, la qualità diventano la ragione di ogni scelta o opzione esistenziale.
Questo fin dall'inizio della storia di salvezza e alleanza quando è Dio che visita Abramo portando fecondità e futuro. La vita diventa, lo dice San Paolo, partecipazione alla visita di Dio, quando perfino la sofferenza, la fatica, la quotidianità uniti a Lui diventano le perle per raggiungere la perfezione.

21/7/19

Letture: Gn 18,1-10; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42


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don Ezio Stermieri
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