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29/9/19 - XXVI Domenica t.o. anno C


Benedizione degli zaini

La presenza dei bambini delle nostre case che riprendono con noi il Cammino di fede della iniziazione cristiana, con lo zaino della scuola per capire che non c'è interruzione tra le varie scienze, saperi scolastici e la sapienza, cioè il senso, la ragione, il fine, lo stile che il "catechismo" insegna, ci porta ad ascoltare la Parola di Dio di questa domenica nella prospettiva di una intera comunità che ha il dovere di trasmettere con l'esempio ancor prima che con la parola che qui si trovano i valori autentici che delineano il cristiano, così ben elencati da Paolo: "Tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza… cerca di raggiungere la vita eterna".
Nel Vangelo, Luca riporta una parabola di Gesù, un racconto dove ognuno può ritrovare se stesso e leggere la vita che lo circonda. Gesù pone ad un bivio la scelta di come vivere l'intera esistenza. Vivere da ricco, e uno è definito dal vestito che ha, da quello che mangia e butta, insomma da ciò che appare. Non ha un nome proprio; è conosciuto per i capi firmati che indossa. O avere un nome, quello con cui Dio ci ha chiamato alla vita, quello dato da papà e mamma che ci identifica come unici e irripetibili ma anche capaci di relazione, essere conosciuti, chiamati per nome; più che vergognosi di una qualche povertà bisognosi, come il Lazzaro del Vangelo, di relazione.
La storia, dice Gesù, non finisce con il finire della vita nel tempo perché sennò non ci sarebbe distinzione tra il vivere egoisticamente e vivere altruisticamente, tanto si muore tutti. La vita termina con un incontro con Gesù e di fronte a Lui valutiamo noi stessi se, materiali, ritornare materia o se, spirituali, unirci a tutti coloro che hanno creduto, si sono fidati di Dio e imparando da Lui, perfetto, hanno teso alla perfezione.
La strada per non smarrire la meta è riportata da Gesù: "Se non ascoltano Mosé e i profeti – ecco il catechismo che tiene aperta la strada della vita, i binari del treno dell'esistenza – non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti". Non una religione del sensazionale, del miracolistico, relegata nei momenti enigmatici della vita, ma una religione, un legame, per il quotidiano che unisce allo zaino della scuola e alla curiosità che essa richiede il libro della fede che insegna la gioia di essere chiamati per nome per non fallire, implodere nella massa anonima del "compro, uso, spreco e butto".
In quella borsa di scuola, alla benedizione, metterò una piccola statua di Maria, acquistata a Lourdes pensando a questo momento, con un po' di quell'acqua che riconduce al momento del Battesimo, quando papà e mamma hanno dato il nome, e dentro a quel gesto c'era tutto l'esempio educativo, l'aiuto perché non pensiate come gente del consumo ma del dono. Maria ne è l'esempio, l'invito, e il prendere per mano per condurre alla scuola della vita dove il Maestro è il suo figlio Gesù.

29/9/19

Letture: Am 6,1.4-7; Sal 145; 1 Tm 6,11-16; Lc 16,19-31


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don Ezio Stermieri
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