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13/10/19 - XXVIII Domenica t.o. anno C


Anniversario ordinazione sacerdotale di don Ezio e benedizione mosaico "Angelo musicante" in memoria di Rosaria Cigliano

"Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo come io annuncio nel mio vangelo", il suo essere Figlio di Dio e il suo essere uomo come noi. Queste parole che Paolo scrive a Timoteo, che ha posto a reggere ed animare una comunità, le sento rivolte a me, oggi, ricordo del giorno della mia ordinazione sacerdotale. L'imposizione delle mani mi inviava ad annunciare il Vangelo così ben sintetizzato da Paolo: "Se moriamo con lui, con lui anche vivremo… se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso".
Da quel giorno avrei accolto la mia gente che nel tempo si sarebbe alternata attorno alla mensa eucaristica, attorno alla puntualità di Dio nell'alleanza con l'uomo che sono i Sacramenti. La quotidianità dei miei giorni sarebbe stata di animatore perché la fede della comunità diventasse Vangelo per chi è a rischio di perdere la speranza, diventasse fuoco di carità visibile a distanza per chi fosse tentato di pensare che per questa umanità non c'è rimedio. Se ricevere un Sacramento è entrare nell'alleanza con Dio in cui c'è solo presente, allora, quel giorno, voi nel pensiero e nel cuore di Dio eravate già presenti per me, per questo momento.
Abbiamo ascoltato il Vangelo. Se riconosciamo che il Signore ci ha guariti, restituiti alla nostra identità sfigurata dalla lebbra dell'egoismo che rende sordi, sprezzanti nella parola, ciechi e deformi nell'anima, allora compito mio è dirvi: ritorniamo al Signore e rendiamo lode a Dio che invece di abbandonarci al nostro destino, vista la presunzione di non aver bisogno di Lui, in Cristo ci è venuto incontro, ha serbato la parola che rincuora e riconcilia, ha rinnovato il gesto dell'abbraccio e della fiducia, ha fatto della nostra piccolezza continuatori della vita creata bella da Lui, educatori della legge che dilata il cuore alla fraternità, ha aperto il luogo, questo, dove di domenica in domenica dire con tutta la nostra vita: Grazie! Ha legato la sua opera di salvezza al "sì" del nostro cammino, all'intenerirsi del nostro cuore, alla volontà che non si rassegna al peggio.
E qui noi abbiamo incontrato chi ha voluto bene al nostro incontro della fede, ha voluto bello questo luogo suo e nostro. Qui ha imparato, messa alla prova, una cosa essenziale della vita e della fede: la consegna come conseguenza dell'amore. Abbiamo voluto un segno del suo passaggio in mezzo a noi con un Angelo musicante. Ella, Rosaria, aveva studiato per prepararsi alla professione come gli angeli (nelle cupole romane) portino la musica di Dio e armonia agli uomini e portino a Dio la nostra musica che diventa anelito quando ogni nostro pensiero e azione diventa accordo e fraternità. Così in qualche modo, entrando in chiesa, ci ricorderà di essere venuti a ringraziare nella lode e, uscendo, che la vita non è che un andare incontro al Signore, quando – dice Paolo – ogni lingua renderà gloria, ogni vita diventerà canto, ogni giorno diventerà consegna al Dio della gloria. Potessi anch'io dire con Paolo: "Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto perché anch'essi raggiungano salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna".

13/10/19

Letture: 2 Re 5,14-17; Sal 97; 2 Tm 2,8-13; Lc 17,11-19


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don Ezio Stermieri
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