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29/3/20 - V Domenica di Quaresima anno A


Che la Quaresima sia un tempo di conversione, supportati dall'esperienza, possiamo anche condividerlo. Lo esige, il cambiamento di mentalità, la vita morale inquinata dall'egoismo individuale che ci porta a trascurare quel bene comune che chiede l'impegno di ognuno. Lo interpella la vita religiosa quando a Dio e al suo rivelarsi si sostituisce la nostra idea di Dio che affonda in una cultura atea. Ci sprona l'incapacità di fare delle difficoltà il banco di prova di un superamento, lasciandoci sprofondare in un disastroso pessimismo di maniera. Possiamo dunque accettare il bisogno di salvezza dal presente ma fidarci e convertirci a Dio che salva tutto il nostro essere a partire dal nostro corpo, la nostra anima e il nostro spirito, diciamocelo con franchezza, faccia fatica, lo vorremmo ma l'esperienza della morte di chi ci è vicino e della nostra quando s'affaccia alla coscienza è un salto nel fidarsi di Dio che mette a nudo il pensiero che la religione, la fede, la morale possa aiutare a vivere ma non che salvi dal nostro finire, morire.
Oggi Dio che in Cristo si presenta Pasqua, passaggio dalla morte alla vita, verifica in profondità il fidarci più di Dio che di certa parte del nostro io. È un Dio che piange sul nostro credere che la morte sia la parola conclusiva: "Se fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto". Piange sul nostro ipotecare Dio stesso per il fatto che si muore. Il Vangelo ascoltato è così attento alla nostra psicologia, alla pedagogia di Dio, in Cristo nell'avvicinarci, persuaderci, farsi tutt'uno con quella esperienza della morte tanto che Egli stesso l'attraversa da fare nostro le parole ascoltate: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, Colui che viene nel mondo". È convertirsi al suo rivelarsi: "Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà. Chiunque vive e crede in me non morirà in eterno. Credi questo?".
La speranza di un popolo, così ben descritto da Ezechiele, che non tutto finisca con l'esilio, una morte anticipata, la promessa di Dio: "Ecco, io apro i vostri sepolcri". Con la risurrezione di Gesù ha avuto quell'inizio che coinvolgerà ciascuno. E San Paolo dirà ai primi credenti: "Voi non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito" che è principio di risurrezione dello stesso nostro essere di carne e "se lo Spirito di Cristo abita in voi darà la vita anche ai vostri corpi mortali". Abbiamo tutta la vita per imparare a credere e a fidarci. Cominciamo a convertirci che tutta la vita si risolve in una consegna.

29/3/20

Letture: Ez 37,12-14; Sal.129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45


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don Ezio Stermieri
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