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31/5/20 - PENTECOSTE, anno A


Sospinti dallo Spirito del Risorto che qui ci riunisce per fare di noi la Chiesa – parola che ha la stessa radice del nome dello Spirito, il Paraclito, Colui che aggrega i dispersi, dalla solitudine alla comunità – risaliamo alla sorgente geografica del nostro esistere: Gerusalemme, il Cenacolo. Può insinuarsi, come molte volte avverrà nella storia della Chiesa, il timore, la paura che il mondo sovverta, intacchi e stravolga la verità di cui siamo depositari: l'evento Cristo.
Ma nel Cenacolo si rinnova anche per noi la novità del mandato, della missione che dirada la paura, riassumibile in una sola parola: Perdono. È la forza da immettere nel susseguirsi degli avvenimenti che intessono la storia personale, sociale, mondiale. Troncare, superare il male, ogni male che divide, ogni guerra, ogni volontà predatoria, ogni attentato alla libertà dell'uomo e individuare, unire da tutte le diversità il bene. "Stette in mezzo a loro", in mezzo a noi, il Risorto, ed ecco le sue parole: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete, saranno perdonati". E, adesso come allora, questa è la gioia, la forza, lo spirito dell'essere di Cristo: "I discepoli gioirono al vedere il Signore".
La memoria di questo giorno entra nella narrazione, in Atti, del fatto. La novità non è conquista umana per un mondo nuovo, è iniziativa di Dio, improvvisa dunque. L'esperienza è come di un Vento, di un fuoco, di un rumore, categorie povere per dire l'evento che caratterizza l'essere "tutti insieme", l'essere Chiesa. Il risultato che prende avvio per il villaggio globale è un linguaggio nuovo che supera Babele, il contrapporsi delle lingue e coglie al di là della pluralità e diversità l'elemento che caratterizza l'uomo e l'umanesimo cristiano: il linguaggio operativo dell'amore. L'uomo diventa l'unica via per raggiungere Dio e Dio attraverso il suo amore percorre la strada dell'incarnazione, del dono della vita, della vita eterna per raggiungere ogni uomo.
Non dunque un solo popolo, una sola cultura, una sola religione. Siamo depositari di quanto lo Spirito opera per noi, qui, anche oggi. Rende operante e vivo il Cristo che ci dice quanto la sua presenza sia per noi, per la nostra identità, e per tutti e dunque la nostra missione. Paolo ce lo ha ricordato: "Battezzati in uno solo Spirito, i diversi ministeri, compiti nella Chiesa, nella società, nei rapporti interpersonali sono per formare un solo corpo. Abbiamo un solo Signore, un solo Spirito, un'unica origine, una sola "meraviglia" operata in quel Cenacolo che diventa oggi la nostra Chiesa.
31/5/20

Letture: At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23


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don Ezio Stermieri
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