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15/8/20 - ASSUNZIONE DI MARIA


Esattamente 70 anni fa, al culmine dell'Anno Santo 1950, l'Assunzione di Maria al Cielo era dichiarata patrimonio comune del credere cristiano. Il fatto riconosciuto della donna del "sì" pieno e incondizionato al piano di Dio, la fanciulla che fa spazio a Dio perché allarghi i suoi sogni, di sposa e di madre, la discepola del Figlio che sotto la croce "sta" e allarga la propria maternità ad ogni credente, la testimone della risurrezione che raccoglie i discepoli fino a ricevere lo Spirito del figlio per esserne testimoni fino ai confini della terra, ovviamente, non riguarda Maria soltanto. Era normale che chi è stato pienamente di Dio, Dio fosse tutto e subito per lei e che lo stesso suo corpo fosse investito della forza della risurrezione del Figlio Gesù, la sua anima raggiungesse subito il suo destino di gloria, il suo spirito, che aveva cantato la misericordia di Dio che solleva il debole dalla polvere e abbatte il superbo, la sollevasse a quel destino che sarà di ognuno di noi.
Proprio come ci ha ricordato San Paolo: "L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte". "In Cristo tutti riceveranno la vita". "È necessario infatti che Egli regni". Ed è bello per noi che ancora una volta Maria ci preceda nel destino della vita: destino di vita e non di morte, come è confortante per noi fare della nostra esistenza il suo stesso cantico di lode: il Magnificat. In quel canto subito la comunità cristiana primitiva si ritrova, diventa Vangelo, bella e buona notizia che il Signore della vita è la fonte di ogni bontà e bellezza e non il male di ogni tipo che insidia le nostre giornate e ci raffigura la morte come il fallimento ultimo e decisivo.
Fin dall'inizio nella visione giovannea dell'Apocalisse attestante che la parola ultima sul mondo, la storia, l'uomo è di Dio e non delle catastrofi che si succedono nel tempo, i cristiani, e noi con loro, ravvisano nella donna, che salva il bambino destinato ad essere salvatore dell'uomo, Maria. È lei rivestita di Sole, Luna che, riflettendo la luce, illumina il cammino delle tante notti. Sempre lei, come abbiamo saputo fin da piccoli, ci precede, ci fa strada, ci consola e ci sprona a fare, come lei, della vita un dono per divenire partecipi della Comunione dei Santi. Allora l'innesto battesimale, che ci ha resi neofiti, porterà il suo frutto: la vita eterna.

15/8/20

Letture: Ap 11,19;12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56


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don Ezio Stermieri
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