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16/8/20 - XX Domenica t.o. anno A


È tempo ormai che dopo attenta riflessione sull'insegnamento di Gesù, che ha come oggetto la Signoria di Dio sulla vita e sulla morte, riconosciamo il tipo di Maestro, itinerante che incarna l'attesa di Israele e dell'intera umanità di essere ammaestrata da Dio. Il rivelarsi Lui stesso la Parola da incontrare, decisiva per essere salvati, ci apre a conoscere la salvezza che Egli in nome di Dio offre per un umanesimo nuovo e, nella Parola odierna, è tracciato il confine, l'orizzonte, il destinatario. Siamo di fronte ad una novità assoluta: il contenuto salvifico del legame religioso è per tutti, è universale, supera ogni barriera culturale, religiosa, etnica.
Il brano evangelico, mentre racconta una guarigione fuori dei confini posti per attendersi l'intervento di Dio, mette in risalto la pedagogia di Gesù per aiutare i discepoli a superare che i contenuti religiosi segnino una identità, l'appartenenza esclusiva di quanti non ne fanno parte. L'azione di Dio che in Gesù si rivela ha una dinamica inclusiva. La fede supera ogni barriera, ogni confine ed è, come diranno della loro fede i cristiani, cattolica. "Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri".
Credo che sia indispensabile oggi aggiornare la nostra fede su questa pagina evangelica per non scivolare nel ridicolo scandalo di baciare con una mano il rosario e con l'altra annegare quelli che non vengono "prima" in un mare divenuto cimitero. Quanti anche oggi attribuiscono alla religione un compito identitario, difensivo, caritativo che non è quello intrinseco al rivelarsi di Dio nella vita di Gesù. Esiste certo una identità cristiana: quella di coloro che dilatano il loro cuore sulla misura di Dio Padre di ogni uomo. Non si può presumere dal carattere difensivo, difatti ogni cristiano è dalla parte del più debole, del più esposto al male. Il cristianesimo dice una verità? Certo. La verità è che Dio non è proiezione del nostro "ego" ma Mistero sempre più da conoscere, amare e servire.
Diceva già Isaia: "Gli stranieri che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare… li condurrò sul mio monte santo". La parte finale sarà dunque comune come comune è la strada da fare per arrivarci.
San Paolo affida a sé e a chi vuol essere cristiano il compito di essere così trasparenza di Cristo da suscitare attrazione, voglia di conoscere, sapere, provare in chi non lo è. Se le cose stanno così il cristianesimo "alla carta" di oggi ha un bel tratto di strada da recuperare.

16/8/20

Letture: Is 56,1.6-7; Sal.66; Rm 11,13-15.29-32; Mt 15,21-28


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don Ezio Stermieri
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