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30/8/20 - XXII Domenica t.o. anno A


Abbiamo, nel tratto di Matteo ora ascoltato, delineata la più facile tentazione di chi arriva a pensare di potersi dire cristiano: il fraintendimento più generalizzato, tanto da esserlo fin dall'inizio da chi è stato posto come modello del credere: Pietro. Gesù "cominciò a spiegare ai suoi discepoli" che la via per dare origine al mondo nuovo non è quella del potere che troveremo sostanza di altri percorsi religiosi e insieme politici, non è una lobby vagamente umanitaria, di magmatizzazione del vivere sociale. La via è quella della Croce, del pagare di persona. Il Regno di Dio passa dal "sì" incondizionato di ognuno a quanto appare come negativo, fallimento, disfatta. È attraversamento della morte per arrivare alla vita, del negativo per raggiungere il positivo. "Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai". Pietro, come noi, credeva che la forza messianica rimuovesse l'ostacolo o desse la forza di raggirarlo. "Va' dietro a me Satana. Tu mi sei di inciampo". Essere cristiani non è inventariare strade facili per la vita, illudendo le nuove generazioni che l'essere cristiani consista in qualche esperienza episodica, in punti che non diventano mai la linea del pagare di persona.
Abbiamo sentito San Paolo: "Vi esorto per la misericordia di Dio a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente… Non conformatevi a questo mondo", dove il problema più urgente è raggiungere il successo, la realizzazione della vita nel modo più facile, comodo fino ad arrivare a caricare sugli altri la responsabilità della nostra ignavia, del nostro comodo, dell'immediato senza fastidi, fatica, compromesso di sé.
Il diventare concreta possibilità di questa umanità nuova perché cristiana fatta di gente che non vive e non insegna che per raggiungere il fine di essere al sicuro vale qualunque mezzo, gente che accetta di "diventare" e non capricciosamente voler essere, avere.
Comunità che non mettono in vendita il cristianesimo secondo il desiderio, i ricatti, i diritti di cristiani che vogliono una Chiesa su loro misura, dimenticando che il Vangelo, i sacramenti, la carità, la catechesi sono passati attraverso la Croce, non nostra, ma di Cristo. E il risorgere personale, della famiglia, della comunità, della società nelle piccole e grandi cose non ha altra via, condizione, realizzazione di quella scelta da Gesù: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi la parte egoistica dell'io, prenda la sua croce e mi segua". Per Gesù non c'è altra strada per aver salva la vita.

30/8/20

Letture: Ger 20,7-9; Sal.62; Rm 12,1-2; Mt 16,21-27


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don Ezio Stermieri
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