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18/10/20 - XXIX Domenica t.o. anno A


Abbiamo ancora una volta l'invito ad essere partecipi all'interno della Liturgia domenicale della gioia e della festa di Leonardo e Chiara che si accostano alla Comunione con Gesù. Lo dice la parola: comunione. Con oggi ha inizio un modo nuovo di vivere il rapporto con Gesù, quello da lui scelto di diventare tutt'uno con noi come succede con il pane che mangiamo.
È giusto dunque che il primo commento al Vangelo sia per loro. Gente cattiva e maligna c'è sempre stata, anche ai tempi di Gesù, ed ecco!, pongono una questione anche oggi scabrosa, sulle tasse da pagare. È per Gesù l'occasione di una risposta chiara, sincera che arriva fino a noi e può decidere di tutta la vita: "Rendete a Cesare (allo Stato!) quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". Non che con questo Gesù separi la vita ed i suoi impegni dal rapporto con Dio, perché tutto è di Dio, tutto può e deve essere fatto per Lui, anche i doveri di tutti i giorni.
Ed ecco l'insegnamento. Da oggi, dall'incontro con Lui che diventa il tutto della nostra vita anche le cose, i doveri, i compiti, i rapporti più quotidiani possono essere svolti, come diremmo tra poco: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”. L'“Amen” che cantiamo ribadisce che è così! Su Lui costruiamo la nostra vita. Con Lui non abbiamo più paura di nulla, diventiamo buoni cristiani e perciò (diceva don Bosco!) buoni cittadini.

Abbiamo sentito la parola del Signore per bocca di Isaia: “Io sono il Signore e non c'è alcun altro, fuori di me non c'è Dio”. Il cristiano fa, esegue i doveri di ogni uomo onesto, retto, giusto. Lo distingue il fatto che fa tutto imparando da Gesù come pensare, come parlare, come agire e trova il modo e il tempo, sul suo esempio, di amare anche i nemici, gli antipatici, quelli che certuni additano come un pericolo.
Ancora una volta tocca a noi, adulti, genitori, catechisti, cristiani di questa comunità – come abbiamo sentito da San Paolo – essere consapevoli (“sappiamo bene, fratelli amati da Dio!”), responsabili nel diffondere questa mentalità che non separa la fede dalla vita, ma con l'aiuto del Signore, con l'esempio e la parola dimostrare “con profonda convinzione” che anche oggi si può essere cristiani.
Sarà anche a volte difficile ma noi consapevoli della nostra povertà stendiamo verso di Lui la mano e la Comunione con Lui diventa la nostra forza.

18/10/20

Letture: Is 45,1.4-6; Sal.95; 1 Ts 1,1-5; Mt 22,15-21


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don Ezio Stermieri
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