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27/12/20 - SANTA FAMIGLIA, anno B


Compresi, meravigliati, stupiti dell'annuncio che Dio si sia compromesso con l'uomo e la sua vicenda storica fino a nascere nella nostra geografia, a farsi della stessa nostra carne per sconfiggere il nostro morire, il nostro peccato di presunzione di autosufficienza, fino ad elevare la legge della istintività a spiritualità che apre orizzonti nuovi e insospettati, alziamo appena lo sguardo. Attorno a Lui una madre che ha permesso un nuovo inizio di creazione, un padre che eserciterà tutti i doveri della paternità ma nel continuo riconoscere la paternità dello stesso Dio, una, come noi diciamo a ragione, una famiglia. L'avventura del farsi piccolo, del crescere come ogni uomo, dell'imparare il modo umano del parlarci di Dio con un linguaggio operativo, che mette in atto, quanto è indispensabile per il realizzarsi dell'uomo; la sintesi di due amori che diventano accoglienza, premura, educazione alla libertà, senso di responsabilità e fedeltà, fare della vita un dono, una missione, realizzarsi attorno ad un perché: "Per noi uomini, per la nostra salvezza è disceso dal Cielo".
Il testo ascoltato dal Primo libro della Genesi ci conferma che questa è la logica di Dio, il modo concreto per appassionarsi dell'uomo. Abramo stringe alleanza con Dio ma subito domanda il perché, il senso e Dio lo rende padre, questa la promessa, di un popolo che sarà la famiglia di Dio perché tutti i popoli, le culture abbiano a sperimentare questa benedizione. Nessuno nato per caso, nessuno nato per essere asservito ad altri popoli, nessuno padrone del "giardino", la terra da coltivare, da cui nutrirsi, sulla quale camminare con una meta sicura: la Pace dono di Dio, l'umanità divenuta famiglia dei popoli.
Il Vangelo di Luca ci ha raccontato come anche Gesù sia stato iniziato, introdotto con il segno dell'alleanza in quel particolare popolo con una missione così speciale. E Gesù, divenuto maestro in Israele, rifacendosi ad Abramo, dicendoci quanto è nel cuore di Dio, parlerà di un Dio che è Padre di tutti. Arriverà ad insegnare che la nuova fraternità deve raggiungere gli stessi nemici. E la storia del Cristianesimo è la cronaca di una missione destinata a fare del villaggio globale la sfida perché nessuno si arricchisca impoverendo il fratello; nessuno schiavizzi in nome di una cultura, nessuno muova guerra all'altro per nessun motivo ma si lavori ad un umanesimo che in Cristo ha il modello, nel suo Spirito l'anima, nella fraternità di Dio l'obbligo di superare ogni inevitabile conflitto. È la meraviglia del Natale. È la gioia di sapersi e sentirsi famiglia: il piccolo, l'anziano, lo studente, il lavoratore, il povero, il ricco... tutti nella casa da custodire e proteggere che è questa terra.
San Paolo ci ha ricordato che senza la fede, la fiducia in questo (la fede che ha attraversato la storia degli uomini giusti), domani, inteso proprio come domani, saremmo come se il Natale non ci fosse stato.
Non sia così per noi. La nostra parrocchia sia casa dove ci troviamo e impariamo ad essere famiglia.

27/12/20

Letture: Gn 15,1-6;21,1-3; Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc 2,22-40


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don Ezio Stermieri
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