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10/1/21 - BATTESIMO DI GESU'


La vita del cristiano, è cosa risaputa, è nello scorrere degli anni, vivere Gesù Cristo. Non c'è altro programma, impegno, testimonianza. Ma, ogni anno liturgico ci ripresenta la vita di Gesù. Dalla Pasqua noi risaliamo all'incarnarsi del figlio per noi uomini e nel quotidiano noi incarniamo il suo Vangelo, ci apriamo al suo Spirito, ci inseriamo nel suo Popolo che, nutrendosi di Lui, immersi nel fuoco della sua missione, passo dopo passo veniamo a far parte del suo Regno il cui estuario è la vita eterna. Dei 30 anni della vita di Gesù a Nazareth, con una sola frase noi, tralci di Lui vite, rendiamo feconda l'esistenza: cresceva in età, sapienza e Grazia mettendosi alla scuola della vita stessa.
Oggi, la liturgia ci riporta all'esordio della sua vita pubblica, a 30 anni. Gli evangelisti sono concordi nel riferirci di un fatto straordinario: il Battesimo al Giordano, evento che illumina e avvalora il nostro essere battezzati, immersi nell'acqua e nel fuoco della sua missione.
Il fatto mette in chiaro quanto si sia immerso il Cristo nella nostra necessità di essere lavati per ricuperare la nostra vera identità incrostata, sporcata, deviata dall'essere legati all'inizio dell'umanità, quando il dono della libertà è stato usato e, anziché nel vivere alleati di Dio, ci siamo messi sulla china di una secolarizzazione, mondanizzazione, presunzione di essere sufficienti a noi stessi fino a questo "oggi" senza uscita, riscatto, salvezza.
Ma proprio in quel momento è registrato l'intervento di Dio che ci apre di nuovo la strada del ritorno, ci pone in stato di sequela, di ascolto, di nuova coscienza: in Lui, nel Figlio, diventiamo figli e perciò fratelli, amati perché Egli è l'Amato. Si apre il cammino non verso un rito, ma dal rito il cammino di fede di ogni cristiano.
Proprio come aveva intravisto Isaia: "La pioggia che cade dal Cielo, il Figlio, che feconda la terra (gli uomini) non è senza ritorno". E così ci si apre all'orizzonte la meta, il destino di salvezza eterna del nostro peregrinare nel tempo. Isaia si fa invito pressante: "O voi tutti assetati venite all'acqua… comprate… mangiate senza pagare" perché quanto avviene è iniziativa, dono gratuito d'amore di Dio stesso. Dono che è per tutti gli uomini allargando così il compito di chi vi appartiene verso tutta l'umanità. Il cristianesimo è cattolico, universale.
San Giovanni pone le condizioni perché il tutto non si risolva in qualcosa posto accanto al concreto vivere senza diventare credibile. Si tratta di credere, porre fiducia nell'azione di Dio realizzata in Gesù Cristo e conseguentemente osservare i suoi comandi: amatevi come io vi ho amati; fate questo in memoria di me; annunciate il Vangelo fino ai confini della terra; qualunque cosa avrete fatto al più piccolo l'avete fatta a me… e così via, pagina dopo pagina del Vangelo. Ci è data una certezza che sbaraglia la nostra timidezza, precarietà, intermittenza nel vivere la fede battesimale: lo Spirito che ci è dato vince il mondo, la sensazione di essere travolti dal male, dalla morte, dal cancro dell'egoismo che disintegra i rapporti umani e la nostra stessa unità interiore.
Siamo qui per dire "Grazie" di questo dono stupendo che è il Battesimo. Ringraziamo anche per chi a quella Fonte ci ha condotto, alla fede ci ha educato, per la nostra comunità prima educatrice alla vita di fede in Gesù.

10/1/21

Letture: Is 55,1-11; Da Is 12; 1 Gv 5,1-9; Mc 1,7-11


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don Ezio Stermieri
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