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3/4/21 - Sabato Santo - "in Resurrectione Domini", anno B


Una sola parola, che una generazione trasmette a quella che viene fin dal popolo della Prima Alleanza, riassume la narrazione della Parola ascoltata e diviene canto di questa veglia pasquale: Alleluia, lodate Jahvè.
Lo squillo di gioia sale dalla bellezza e bontà del creato, tracimazione della bellezza e amore di Dio che si nasconde e rivela nell'armonia del cosmo, nei colori e nei suoni della vita. Ma ancor più in quel Vangelo iniziale quando Dio allo stravolgimento che l'uomo fa della libertà come orgogliosa autosufficienza è promessa la donna, l'uomo del "sì"; "sì" che coinvolge anche noi rinati dall'acqua e dallo Spirito battesimale.
L'alleluia sale dalla storia e i Salmi di Israele cantano le meraviglie, la forza, il braccio di Dio che annienta i superbi e innalza i poveri, gli umili unendosi così alla nostra esperienza: non gli idoli serviti e obbediti, non i tiranni di turno, non le false sicurezze possono colmare la fame e sete di giustizia. Solo Dio merita il nostro alleluia perché per porre fine alla nostra vergogna ha voluto partire dalle nostre povertà: poveri di tempo di fronte alla morte; miseri di dignità di fronte al peccato; instabili nella umanità di fronte alla legge dell'istinto.
Dio si fa uno di noi, con il nostro linguaggio ci offre la chiave interpretativa della nostra umanità: la bella e buona notizia del Vangelo, inchioda alla croce il nostro peccato, con la sua risurrezione – ci ricorda San Paolo – "non muore più". E continua: "Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui". È l'alleluia della vita cristiana che al di là e al di dentro delle infinite prove della vita si riunisce per rendere grazie, benedire, lodare Dio che con Cristo, come Egli con noi, per Cristo, come Egli è per noi, e in Cristo, come Egli, risorto, è in noi, sale l'Alleluia del nuovo Popolo di Dio che ha il suo momento sorgivo nei passi delle donne che vanno al sepolcro e sono sconvolte dall'annuncio: è Risorto! Da quel momento il cristiano è uomo, donna che non ha più paura. Dio ha vinto, Gesù è risorto e il suo Spirito, la sua forza, il suo coraggio ma anche la sua compassione, tenerezza, fiducia nell'uomo diventano la riserva di speranza per andare "in Galilea" a cercare sul volto di ogni uomo la sua fisionomia.
Di lì, da questa notte, ha dunque inizio la nostra storia. La sorgente della risurrezione è diventata fiume e dove arriva tutto riprende a vivere, tutto riprende bellezza e bontà e su ogni riva dove c'è un villaggio, una comunità sale il grido della gioia ritrovata perché donata: Alleluia!

3/4/21

Letture: Gen 1,1–2,2; Sal. 32; Es 14,15–15,1; Es 15,1b-6.17-18; Is 55,1-11; Is 12,2-6; Rm 6,3-11; Sal. 117; M


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don Ezio Stermieri
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