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Stiamo vivendo il Tempo Pasquale. È il tempo della Parola ultima di Dio all'uomo e alla sua storia. Ultima perché non ce ne sarà un'altra, un'altra alleanza; è dunque definitiva e sorprendente. Dio ha conficcato la Croce del Figlio sulla nostra terra. Alla Croce Gesù ha inchiodato il nostro morire, peccare, scivolare nella legge dell'istintività e con Lui risorgiamo alla vita nuova. Così Paolo: se siete risorti con Cristo, camminate con Cristo in novità di vita, e anche: nuovamente!
Questa "novità" noi la facciamo nostra inserendoci nella esperienza del Risorto: "Gesù risorto stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»". Questa esperienza è visiva: "mostrò loro le mani e i piedi". Mani che hanno guarito, restituito alla vera identità, restituito alla vista, abbracciato i piccoli, condiviso il Pane spezzato… Piedi che riportano alla bellezza dei passi di chi, Dio camminatore, è passato annunciando il Vangelo. Mani e piedi piagati dalla Crocifissione, ma ora risorti per camminare con noi ogni giorno fino al suo ritorno.
Questa novità che ci riguarda nell'intimo del nostro essere produce una verità insperata, convinti come siamo che niente possa radicalmente cambiare. È una parola che gli Apostoli raccolgono e ne fanno il contenuto della loro testimonianza e missione: "Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati". La Chiesa diventa il luogo, la reale possibilità, la palestra, lo stadio dove si lotta per fare strada all'unica, ultima, definitiva parola che salva: Cristo speranza, Cristo futuro, Cristo porta sulla vita eternamente con Dio. "Avete ucciso l'autore della vita – dice Pietro negli Atti – ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni".
Ancora l'Apostolo trae le conclusioni sul piano della vita di ogni giorno da una Fede creduta, professata, vissuta: "Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti".
Quali dunque sono i suoi comandi: direzioni di vita che non sono demandati ad un vago umanitarismo, alla spontaneità, alla avvelenata cultura nella quale dobbiamo difendere e far onore al nostro essere cristiani.
- "Fate questo in memoria di me". L'Eucaristia domenicale diventa il comando che fa la Chiesa e diventa l'azione fondante ogni dimensione dell'essere cristiani: la Chiesa fa l'Eucaristia.
- Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
- Amare Dio con tutto il cuore, amare il prossimo facendoci noi prossimi è il segno per riconoscere che siamo suoi discepoli.
- Superare il lievito di Erode, essere azzimi per accogliere gli enzimi di risurrezione che fanno lievitare tutta la massa.
Compito non facile ma è finalmente la novità che l'uomo di sempre ha bisogno.
18/4/21
Letture: At 3,13-15.17-19; Sal.4; 1 Gv 2,1-5; Lc 24,35-48