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27/6/21 - XIII Domenica t.o. anno B


Il brano evangelico ora ascoltato, suppongo inconsapevolmente da parte di Marco, lascia emergere la fisionomia di quella prima comunità che, venuta alla fede che Gesù riveli il cuore, il pensiero, il piano di Dio a salvezza dell'umanità tutta, chiamata a far parte del Regno di Dio, è curiosa di conoscere la giornata tipo di Gesù, la sua umanità fatta di sguardi, movimenti, parole, calarsi in mezzo ad una umanità attratta dalla forza che esce da lui ma spinta dalla sofferenza, dal dolore, da disperazione ad arrivare anche solo a toccare il lembo del suo mantello.
Una giornata dell'uomo-Dio Gesù che ha il suo culmine in una parola che pone in atto, crea la situazione nuova di vita; è sì umana ma con la forza di Dio e che i primi cristiani non osano tradurre perché varchi i secoli, le tragedie, il dolore, la sconfitta umana nella morte e risuoni come squillo di vittoria fino al compimento del Regno: "Talità kum"! Alzati, risorgi, ritorna a nutrirti perché ogni parola che esce dalla bocca di Dio è nutrimento, forza, salvezza per l'uomo.
A questa conclusione era già pervenuto il saggio dell'Antico Testamento. "Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi", ma ci era arrivato per induzione: chi è autore della vita non può volere la morte, può tutt'al più cambiare le modalità di vita… Solo in Gesù però abbiamo la certezza da quale parte sta Dio nei nostri confronti: "Per l'invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo…". Ma nel mondo è entrato anche Dio fatto figlio che ha attraversato e sconfitto il nostro morire.
Che cosa concretamente cambiare nella nostra quotidianità l'ha messo bene in rilievo San Paolo. Si tratta di mettersi sempre dalla parte della vita; essere con il nostro fare gente che aiuta a risorgere, rialzarsi, nutrirsi di tutto ciò che restituisce all'uomo la sua dignità. Non si tratta, dice San Paolo, di essere e fare dell'eroismo; è sufficiente la condivisione. Ecco perché di Gesù, la prima comunità, è incuriosita della sua umanità, del suo essere da mattino a sera indaffarato perché il male indietreggi e il bene avanzi; perché dietro a Gesù c'è lo stile, l'anima, e la qualità di vita di ogni discepolo, divenuto di Cristo, "cristiano".

27/6/21

Letture: Sap 1,13-15;2,23-24; Sal.29; 2 Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43


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don Ezio Stermieri
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