PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

25/7/21 - XVII Domenica t.o. anno B


Pagina che meglio non potrebbe documentare il vivere cristiano di sempre. Ecco Gesù seguito da una grande folla e tra questa gente anche noi. Il Maestro è nel pieno svolgimento della sua missione, l'annuncio del Regno di Dio che si fa Parola che attrae e fa concludere, come abbiamo sentito: "Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo". E, si fa azione. Ma mentre la Parola è sua, l'azione è anche nostra, il nostro linguaggio che dà continuità al suo camminare nel mondo.
Ed è qui che rimaniamo sorpresi perché per sfamare l'uomo della sua fame di Dio, anche quando diventa inappetente, si serve della nostra indigenza, delle nostre incapacità. Si serve dunque di quel vuoto che anche oggi ci fa sentire inadatti. Non esiste amore, dedizione, reciprocità, attenzione verso l'altro che non parta dal vuoto interiore che è lo spazio dell'accoglienza, del darsi da fare, del voler superare le difficoltà. Diventa interessante l'intervento di Andrea: "C'è qui un ragazzo... Ma che cos'è questo per tanta gente?". Ancora una volta, coloro che pensiamo l'oggetto della nostra cura, posseggono quella riserva di fede immediata, amicizia spontanea, generosità inclusiva che diventando adulti noi abbiamo perso in difesa del dubbio, dell'interesse proprio, del calcolo nel fare il bene. Proprio dunque di quanto abbiamo bisogno perché l'invito di Gesù: "Fateli sedere!", non cada nel vuoto.
Il testo evangelico è intriso di quell'Eucaristia che è fonte e metodo dell'agire cristiano. Sorgente di una premura di una carità che supera il luogo che ci riunisce: "Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto", perché la novità di Gesù possa arrivare a tutti perché della Parola e del Pane, che è Lui stesso, tutti hanno bisogno.
Già nell'Antico Testamento, abbiamo sentito il libro dei Re, il compromettere se stessi, offrire le primizie per dirsi popolo dell'Alleanza era principio per superare le disuguaglianze e le ingiustizie: "Ne mangeranno e ne faranno avanzare". L'alternativa è che chi possiede non ne ha mai a sufficienza e chi è povero sente l'urgenza della solidarietà. Dividendo si moltiplica!
Paolo, scrivendo agli Efesini, rivela la sua assoluta indigenza: "Io prigioniero a motivo del Signore"; invita a comportarsi non in base a propri criteri ma "in maniera degna della chiamata che avete ricevuto". E tutti possiamo spezzare e condividere il pane dell'umiltà, della dolcezza, della magnanimità del so(u)pportarci a vicenda nell'amore avendo a cuore il vincolo della pace".

25/7/21

Letture: 2 Re 4,42-44; Sal.144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie