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19/9/21 - XXV Domenica t.o. anno B


È per me ogni volta sorprendente come il nostro essere cristiani nel quotidiano si rispecchi in ciascuna pagina del Vangelo e ne tragga istruzione per continuare ad essere come Cristo ci ha voluto, senza l'obbligo di, arbitrariamente, inventarci una Chiesa di comodo.
Prendete la pagina odierna. "Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea". Non è circostanza secondaria. La Galilea, terra, diremmo oggi, del pluralismo culturale. Ebrei con le loro differenze nel definire il Messianismo: farisei, sadducei, zeloti, esseni. Gli ellenisti con la loro filosofia così eterogenea. I romani duri e infidi in una terra che li odia e li teme. È in quel contesto che Gesù parla di sé, di ciò che lo attende a causa della sua predicazione del Regno di Dio che parte dal cuore dell'uomo: "Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno. Risorgerà". È dire ai discepoli di ogni tempo: siete discepoli di un Maestro apparentemente perdente, alternativo alla logica di ogni potere. Un Messia che si fa carico, rimuove il male, lo combatte facendo del bene. Siamo così al centro della coscienza cristiana con le scelte di vita (quotidiana!) che ne derivano.
Marco annota, speriamo solo per quei primi discepoli: "Essi però non capivano queste parole" e si presero ben guardia di interrogarlo. E allora è Gesù che interroga loro: "Di che cosa state discutendo per la strada?". Guardate, dicevo, come è attuale: "Essi tacevano… avevano discusso tra loro chi fosse il più grande". Non è così anche oggi, quando le ideologie e non Cristo prevalgono? Eccoci divisi tra conservatori e progressisti, nostalgici del passato e inventori di metodi pastorali che durano il tempo della discussione. Chi vuole la Chiesa povera dimenticando di esserla e chi una Chiesa al passo con i tempi che vengono giudicati bui… E via discorrendo! Il criterio di allora, di ieri, oggi e sempre fino al suo ritorno lo dà Gesù: "E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e abbracciandolo". Ecco il metodo; ecco il contenuto; ecco il soggetto prioritario, ecco il fine della Chiesa come alternativa al mondo che tra poco avrà dimenticato chi è un bambino ed il fanciullo che è in ognuno per tutta la vita.
Già la sapienza antica aveva evidenziato il rischio di mettersi dalla parte della sapienza di Dio: l'emarginazione e la condanna è inevitabile. Ma ai primi cristiani Giacomo denunciava l'insorgere di desideri di potere, di supremazia, di invidie e guerre e raccomandava la sapienza che viene dall'alto: pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Diciamolo con una sola parola: cristiana!

19/9/21

Letture: Sap 2,12.17-20; Sal.53; Gc 3,16-4,3; Mc 9,30-37


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don Ezio Stermieri
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