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10/10/21 - XXVIII Domenica t.o. anno B


L'odierna pagina di Marco ci rimanda, se c'è stato, al momento in cui abbiamo preso coscienza di essere o voler essere cristiani. È da supporre che il criterio del "come" lo poneva il nostro "io" rifacendoci all'adagio comune oggi fatto proprio da genitori i cui figli vogliano proseguire il percorso dopo la Cresima, giovani che vogliano coniugare fede e vita sociale, sposi che siano tentati di vivere le promesse fatte nel giorno del matrimonio…: "Con la religione bisogna comportarsi come con la droga, va assunta in modica quantità". Perché? Continua l'odierna saggezza: nella religione è insito il veleno del radicalismo, dell'integralismo, del fondamentalismo, tutti "-ismi" inquinanti una sana laicità. A stare alla pagina dell'incontro del giovane con Gesù e con quanto segue ora ascoltato, merita una riflessione.
Sì. L'incontro con Gesù va in radice del nostro essere dove il nostro io si rispecchia in Dio per definire se stesso e da Dio trarre il coraggio che vince ogni paura ma non è il radicalismo in cui l'io, narcisisticamente, rispecchia le voglie del proprio egocentrismo. Sì, Gesù Cristo è interessato a salvare tutto l'uomo nella sua integrità: corpo, anima, spirito ma non ha neanche a che vedere con l'integralismo ideologico che si serve della fede per dominare sull'uomo, sulla donna, sulla società attraverso il terrore. Il messaggio del Vangelo va al fondamento della verità che non è quella statistica, del politicamente corretto, del pensiero imposto e dominante ma è la libertà. Questa è la verità: liberi di costruire il proprio futuro perché liberi/liberati dal male e capaci di bene. Le altre verità si trovano al mercato nero, negli empori dell'egoismo.
Certo, la pagina odierna ce lo conferma, c'è una condizione per seguire Gesù, essere dei suoi: superare il formalismo dell'apparenza e andare all'essere della persona e seguire l'antica massima: "agere sequitur esse": non "cosa devo fare" ma "come devo essere". Per seguire Gesù ci vuole un bagaglio leggero. Si tratta di andare, vendere, tornare e seguire. Il tale del Vangelo se ne andò triste. Cercava un radicalismo, integralismo, fondamentalismo alla "carta", senza compromettere se stesso e come arma contundente, come alcuni oggi vorrebbero essere, che gli altri fossero cristiani.
Come ci avverte (prima lettura) la Sapienza: solo nel rapporto con Dio troviamo il vero discernimento e l'ordine dei valori che rendono feconda e saggia la vita o, per dirla con la Lettera agli Ebrei: "Tutto è nudo e scoperto agli occhi di Colui al quale noi dobbiamo rendere conto". Possiamo fingere davanti agli altri ed arrivare fino ad ingannare noi stessi trattando il rapporto con Dio e con Cristo secondo il bisogno, la consuetudine, la tradizione o dichiarando di essere liberi dalla religione e dal seguire Gesù Cristo. Ma in fondo sono i pesi di troppe cose ritenute necessarie, insostituibili ad impedirci di incontrare nel profondo del nostro io l'immagine di Colui guardando al quale siamo stati plasmati, "Colui che discerne i sentimenti e i pensieri del cuore" (Eb., seconda lettura").

10/10/21

Letture: Sap 7,7-11; Sal.89; Eb 4,12-13; Mc 10,17-30


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don Ezio Stermieri
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