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17/10/21 - XXIX Domenica t.o. anno B


Marco, l'evangelista che durante questo anno ha il compito di indicarci come essere cristiani camminando dietro Gesù, ha posto come condizione la fede in Gesù riconosciuto come Cristo, rivelazione dell'amore di Dio che guarisce, opera, cammina con noi nella nostra quotidianità verso la sua e nostra Pasqua di salvezza, ma, in questa parte del suo Vangelo, le condizioni del nostro diventare sua gente, suo popolo, sua Chiesa.
Nella pagina odierna sconvolge la parte di noi che vorrebbe, forse, essere dei suoi, ma dimentica, fa fatica a rovesciare la mentalità del "potere" con quella del servizio.
Giacomo e Giovanni fanno per noi la figura che apparentemente gli altri ne rimangono scandalizzati ma non dimentichiamo che avevano discusso chi fosse il più grande! "Concedici di essere nel Regno che vai ad inaugurare", uno ministro degli interni e l'altro ministro degli esteri, e Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete".
L'unica condizione è la sua, così ben prefigurata (prima lettura) da Isaia: "offrirà se stesso in sacrificio". Il quadro evangelico sembra lontano dal nostro oggi dove l'appartenenza è di utenti, usufruttuari di diritti senza doveri, quando si parla di tensione debole, intermittenza, fedeli della soglia. Ma dentro o fuori la Chiesa la mentalità del potere che occupa dei servizi fotografa bene la realtà. Si tratta non di evitare di compromettere se stessi perché la comunità cristiana è fatta di servizi che iniziano alla fede, accompagnano l'adolescenza, rafforza la famiglia, si prodiga per i meno fortunati, si fa parola e azione per chi la società del mercato con utile lascia ai bordi del campo… ma studia dove meglio porre i doni che il Signore ha dato a ciascuno per meglio servire e così la Chiesa diventa la riserva, l'alternativa di un mondo infelice per lo sgomitare, per la presunzione ignorante che spinge al potere personale come salvezza economica, sociale, culturale, affettiva.
L'invito pressante della Lettera agli Ebrei, il primo catechismo della vita cristiana, si fa pressante anche per noi: "Accostiamoci dunque a Gesù Cristo (il Signore della gratuità, del servizio), così da essere aiutati al momento opportuno". Sì perché ci si può pensare dei suoi senza esserci convertiti, cambiata la mentalità.
Solo guardando, ascoltando, seguendo Gesù, solo facendo quanto Egli ha operato: ha dato se stesso, è venuto per servire e non per essere servito, non presumiamo soltanto di essere credenti e diventiamo credibili.

17/10/21

Letture: Is 53,2.3.10-11; Sal.32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45


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don Ezio Stermieri
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