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31/10/21 - XXXI Domenica t.o. anno B


Alla scuola di Gesù ogni cristiano e ogni comunità impara a mettere ordine nei valori della propria vita per non cadere nella facile tentazione, assediati dalle preoccupazioni quotidiane, di fare di quanto è relativo, e da porre dunque in relazione, assoluta necessità.
Quel tale che si avvicina a Gesù e domanda, ci rappresenta dunque. "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". E Gesù premette alla risposta la definizione di ogni uomo: "Ascolta"! Non dunque il sovrastare delle cose ma l'attenzione alla gerarchia dei valori. Il primo è l'ascolto. Senza ascolto siamo chiusi nel nostro io, diventiamo schiavi delle sue paure, esigenze egoistiche, non percepiamo più né Dio che parla, né il prossimo che ci sta accanto.
Aperto il nostro io alla relazione emerge come categoria che interpreta, orienta, spinge all'azione ogni giornata: "Amerai il Signore con tutto il tuo essere": cuore, intelligenza e affettività; anima, e dice crescita nella cultura e nel discernimento, con tutta la forza e ogni azione dalla più importante alla più banale è qualificata dall'amore che diventa passione, fedeltà, gratuità, crescita con il passare degli anni. L'amore per Dio che è innanzitutto esperienza di essere amati da Lui si traduce nell'amore per il prossimo guardato come amato da Dio. Ci mette in movimento: io mi faccio prossimo, per primo mi avvicino all'altro, come per primo Dio si è avvicinato a me. È quanto la Lettera agli Ebrei (seconda lettura) pone in rilievo. Dio in Cristo ci ha amati, dice il testo, "per sempre", con un amore che non conosce "tramonto".
Già nell'Antico Testamento (prima lettura: Deuteronomio) Mosé insegnava a "fissare nel cuore" la legge del Signore che si riassume e mette come condizione per non deviare nel sentiero della vita il non desistere dall'amare.
Sono quotidiane le tentazioni al non amare, al non amare più, al non pensare degno di amore chi si allontana o ci fa del male. Diventa facile non amare la Città, la nazione a cui si appartiene, la famiglia con i suoi limiti, la stessa propria comunità cristiana nella quale non fissiamo radici perché non l'amiamo.
Allora i criteri di giudizio, di valutazione si differenziano, ci allontanano fino a sperimentare la nostra solitudine o il non sentirci amati. C'è un solo modo per superare l'indifferenza che ci rende estranei. Oggi ce lo ha insegnato Dio: amare per primi! Metterci in ascolto!

31/10/21

Letture: Dt 6,2-6; Sal.17; Eb 7,23-28; Mc 12,28-34


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don Ezio Stermieri
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