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7/11/21 - XXXII Domenica t.o. anno B


È sorprendente come Marco, l'evangelista, faciliti il passaggio dalla comunità riunita in ascolto della Parola alla prima comunità radunata dalla Predicazione, immediatamente dal Cristo della fede al Gesù della storia. Di Gesù ama i primi piani: il passo, la voce, le mani, e oggi, lo sguardo: "osservava", abbiamo appena ascoltato e, subito, l'insegnamento per noi: "guardatevi"!
Non che Gesù chieda a chi lo segue lo sguardo critico, disprezzante verso il prossimo e i suoi limiti. "Guardatevi", guardate voi stessi di non ridurvi a mettere come essenziale della vita l'apparire intelligenti, oggetto di ammirazione della vita sociale, avere relazioni gratificanti… perché la morale di facciata nasconde il vuoto interiore da riempire di roba su roba; perfino la religione può essere strumentalizzata e diventare merce per mafiosi: "Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere".
E, Gesù seduto di fronte al tesoro del tempio, osserva e trae l'insegnamento per i suoi discepoli: "Venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo". Gesù conclude: "Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva per vivere". Il testo greco lo dice meglio: "ha messo la sua vita".
La lezione di Gesù si estende dunque a tutto il nostro vivere, quando, se non siamo attenti, una cosa è il nostro interesse, i nostri diritti, il sempre affacciarsi del narcisismo egoistico ed individualista e altra cosa è quanto è destinato al bene comune attraverso il lavoro, la professione e il rapporto con Dio dove non mettiamo la vita ma scampoli di tempo, di voglia, di un residuato di paura.
Il modello del vivere cristiano è sempre e solo Gesù Cristo che, come dice la Lettera agli Ebrei: "dopo essersi offerto una volta (una volta per sempre!) per togliere il peccato di molti apparirà a coloro che l'aspettano per la loro salvezza" (seconda lettura).
Il brano tratto dal Libro dei Re (prima lettura), ha poi un buon insegnamento. Elia chiede ad una povera vedova solidarietà ed ella pur nella miseria condivide il poco che rimane. Ebbene: "La farina della giara non venne meno e l'orcio dell'olio non diminuì".
Chi pensa solo a se stesso vive nell'angoscia di non averne mai basta, chi condivide il poco o tanto che ha vive con il cuore sereno e fiducioso, felice di aver ancora qualcosa da spartire. Non si tratta di fatti di cose, si tratta anzitutto di condividere la vita, il tempo, l'amicizia, il cuore e quando è necessario il perdono.
Il Gesù raccontato da Marco siede qui in mezzo a noi e ci osserva. Conosce la nostra povertà, la vedovanza che è solitudine. Il nostro stesso essere qui evidenzia quanto sia preziosa e arricchente per noi la sua Parola. Possa dire anche di noi che il nostro vivere quotidiano è il dono di noi stessi, giorno per giorno il dono della nostra vita.

7/11/21

Letture: 1 Re 17,10-16; Sal.145; Eb 9,24-28; Mc 12,38-44


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don Ezio Stermieri
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