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14/11/21 - XXXIII Domenica t.o. anno B


Per un intero anno l'evangelista Marco è stato il catechista della nostra fede. Ha fatto di Cristo il fondamento, la ragione, l'orizzonte della vita divenuta cristiana. Ci ha introdotti al fascino di Gesù, allo stupore per la sua dottrina "nuova" perché pone in opera la parola che dice. Ci ha svelato che Dio, per mezzo di Lui, si china sulla sofferenza umana, la guarisce, la salva, la riporta alla sua bellezza iniziale. La vita diventa un seguire Gesù, Dio camminatore sulle nostre strade, fino a riconoscerlo Messia, l'atteso, l'inviato con Pietro e il Figlio, Dio divenuto fratello con il centurione romano, a conclusione della narrazione storica di Gesù di Nazaret.
Oggi, l'ascolto del Vangelo ci rimanda ad una visione e interpretazione sintetica della vita di ciascuno inclusa nella storia dell'umanità dove senza la verità di Cristo il tempo sembra sovrano in una ciclicità ripetitiva, senza riscatto, salvezza, novità vera per l'uomo e la sua vicenda. Ed invece no! La morte e risurrezione di Cristo ha spaccato la ciclicità che rende il male, le guerre, l'odio e l'egoismo parte necessaria dell'esistenza. La nostra vita diventa un vettore verso un incontro compendio, rivelatore della storia: "Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria" e noi i suoi amici saremo radunati per una vita in cui ogni lacrima sarà asciugata.
Gesù non nega la drammaticità della vita e della storia con le sue atrocità, sconvolgimenti, bassezze, quando il buio sembra prevalere, ma questo susseguirsi tragico non è la parola ultima, anzi! "Dalla pianta del fico imparate la parabola"! Saper vedere, accogliere gemme nuove sul vecchio tronco dell'umanità, nuovi germogli, nuovi fiori e quindi nuovi frutti per il domani diventa lo sguardo indagatore, il compito del discepolo di Gesù. La domanda diventa se anche noi siamo inglobati nella visione tragica e interessata delle narrazioni prevalenti o se siamo intenti a cogliere le primizie del domani. A Torino, a fine anno, vivremo un incontro internazionale di giovani che a Taizè hanno la loro origine. Dove lo stare con il Signore è divenire partecipe della missione del Vangelo che rende nuovo, ecumenico, inclusivo il vivere della città, della nazione, del continente europeo, del mondo intero. Non basterà che passi l'evento. Bisogna esserne partecipi in qualche modo.
Rassicuriamoci dunque. La visione (prima lettura) di Daniele ci assicura che la forza positiva di Dio è più forte di ogni notte, rivolta, distruzione e credere è diventare "stella che brilla per il cammino di tutti".
Il risorto assiso alla destra di Dio (seconda lettura) è vincitore sulla morte e mortificazione dell'uomo e il dono della sua vita ci ha resi "perfetti per sempre".

14/11/21

Letture: Dn 12,1-3; Sal.15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32


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don Ezio Stermieri
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