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21/11/21 - SOLENNITA' DI CRISTO RE


A conclusione dell'Anno liturgico, l'evangelista Giovanni ci conduce nientemeno che nel pretorio di Pilato a Gerusalemme, il litostroto, e ci rende partecipi del dramma che ha il suo compimento: Dio realizza il suo piano di salvezza per l'uomo: l'avvento del regno di Dio, l'umanità che ancora una volta, come da sempre, tenta di sbarazzarsi di un Dio che entra nella vicenda umana rivoluzionando i criteri: dal potere al servizio.
Pilato avido, geloso del suo potere e sospettoso, fiuta che i sacerdoti gli hanno consegnato Gesù per sbarazzarsene. Lo hanno dichiarato condannato a morte per blasfemia. Si è dichiarato Messia e dentro a questa parola è insita la dimensione della regalità. Occasione perché Pilato porti alla fine la presenza scandalosa di Gesù, presentato come antagonista del potere romano. Pilato va al dunque: sei Re? La risposta di Gesù: "Il mio regno non è di questo mondo" getta Pilato nella confusione. Gesù esplicita: se fossi re come intendi tu, i miei avrebbero combattuto per garantirmi il potere. Ed invece: "Io sono re, per questo sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità". Sappiamo come Pilato, il nihilista, il relativista, lo scettico domanderà: che cos'è la verità? Quasi a dire: ognuno ha la sua verità: la mia, quella dei giudei, quella dei romani fino alle infinite verità che assediano la nostra vita, ognuna con i suoi fini non dichiarati.
Essere discepoli di Gesù, essere cristiani, in modo riassuntivo è porsi dalla parte della verità sull'uomo, su Dio, sul potere, sull'avere, sull'uomo nella sua dignità individuale e la sua relazione come condizione del bene più prezioso: la pace. "Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce".
Chi è dunque il Gesù che Marco per un anno ci ha spinti a seguire? Dio fatto Figlio, compromesso con la nostra vicenda personale e condizione storica. È Colui che Daniele nelle visioni notturne, nel buio dell'umanità, spenta la luce di Dio, vede venire dall'Alto da Dio ma simile a figlio di uomo. In Lui avviene il dramma, la lotta tra un Dio che ama e un uomo che fugge. Ma la verità di Dio oramai ha intriso la storia del suo potere più forte della morte e di ogni male e "il suo regno non sarà mai distrutto".
Il libro ultimo della Bibbia, l'Apocalisse, per bocca di Giovanni riassume: "Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti, il sovrano dei re della terra". Dunque: "Colui che ci ama". Il principio, e dunque la ragione, il perché, il senso, la verità sulla nostra vita e attraverso la nostra testimonianza il "Vangelo", la bella e buona notizia che siamo amati da Dio e che possiamo tessere la nostra civiltà come civiltà dell'amore, unica verità che delinei la fisionomia dell'uomo e di Dio ed il dramma di una alleanza divenuta salvezza definitiva.

21/11/21

Letture: Dn 7,13-14; Sal.92; Ap 1,5-8; Gv 18,33-37


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don Ezio Stermieri
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