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25/12/21 - NATALE DEL SIGNORE


Messa della Notte

Eccoci! Siamo al cuore della Festa. L'Avvento ci ha assicurati, preparati, resi consapevoli che il cammino della nostra vita va verso l'incontro con Gesù per stare sempre con Lui, pienezza della gioia. Ci ha resi certi che Egli viene, è presente con il suo Spirito nello spezzare il Pane e ci fa suo Corpo come nei sacramenti, appuntamenti che ci fanno suoi testimoni, gente che cerca la sua fisionomia in ogni uomo.
Ma la festa sgorga dalla certezza che Egli è nato, vissuto, ha dato la vita per noi in un paese del nostro mondo: Betlemme e ha posto il suo "oggi" in ciascuno dei nostri giorni. Se, come i primi cristiani, ci chiediamo che cosa è avvenuto, Paolo lo ripete anche per noi. "È apparsa la Grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini". È apparsa! Dunque il Natale non è frutto di un desiderio nostro, una nostra inquietudine che cerca salvezza. In Gesù, Dio si è estroverso, comunicato come Grazia, amore gratuito, fosse anche immeritato. È apparso come salvezza che va oltre le sicurezze che cerchiamo di costruirci: salvezza dell'intera esistenza, oltre lo stesso morire.
E venendo Egli ci insegna che la vita non è accontentarsi dei tanti idoletti che ci seducono, dei desideri che illudono ma non soddisfano, ma a vivere – dice Paolo – con sobrietà, senza l'angoscia dell'avere senza limiti, con giustizia verso gli altri perché l'egoismo non paga, con pietà, consapevoli che tutti siamo limitati, nell'attesa, nella speranza di raggiungere la sua statura. È il programma della vita che vuole essere cristiana. L'appartenere a Lui ci riempie di zelo per le opere buone.
Nasce allora la curiosità, fin dai primi cristiani, di come tutto questo ha avuto il suo inizio. A Betlemme, fuori dell'abitato perché a causa del censimento non avevano trovato posto Maria e Giuseppe. Attorno a quella nascita ci vien detto che c'erano dei pastori con le loro pecore e il loro vegliare è tanto simile alle tante attenzioni che la vita richiede e dentro al loro impegno giunge l'annuncio, allora per loro, adesso per noi: "Non temete! Oggi è nato per voi un salvatore che è Cristo Signore". Trovarono un bambino dentro ad una mangiatoia. Anche noi troviamo un Bambino che è Cristo: l'atteso, Signore che non ce n'è un altro, Dio che vuol crescere con noi, accompagnarci in ogni età, situazione, scelta perché anche noi diventiamo grandi, uomini e donne, fratelli, guaritori dei tanti mali che affliggono l'umanità. A questa sorprendente novità se ne aggiunge un'altra: "Una moltitudine di esseri celesti che cantavano gloria a Dio e assicuravano pace all'uomo amato da Dio". Il Cielo è aperto. L'uomo non deve più aver paura di Dio, in Gesù è alleato perché la terra ritorni quel giardino che Dio, all'inizio, aveva sognato per l'uomo.
Isaia, tutti profeti avevano intravisto questo momento per una umanità che, senza la luce di Dio, cammina nelle tenebre; una umanità che deve riscoprire la gioia semplice e magnifica della vita come dono; una umanità che sente e vede, senza porre rimedio, il rimbombo della guerra, lo scorrere del sangue dei più deboli, dei sopraffatti, dei fuggitivi senza meta e con la propria patria distrutta. E questa gioia ritrovata – dice Isaia – è perché "un bambino è nato per noi". Viene a realizzare con la nostra buona volontà il diritto e la giustizia ora e sempre. "Questo farà – questo nel Natale ha il suo continuo ricominciare – lo zelo del Signore".

25/12/21

Letture: Is 9,1-6; Sal. 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14


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don Ezio Stermieri
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