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24/7/22 - XVII Domenica t.o. anno C


È tempo che ci domandiamo qual è la missione specifica di chi ha scelto per la sua vita il riferimento a Cristo, condividere il suo annuncio-buono (evangelo) e sa di essere mandato, non dimentichiamolo, come agnello in mezzo ai lupi.
Sì, lupi che in nome di una giustizia dell'io, del clan, del partito sbrana chi impedisce la strada. Una giustizia senza misericordia. Parola che non dice arrendevolezza, mancanza di valutazione e distinzione tra bene e male ma che non blocca l'altro nel proprio giudizio, sa distinguere tra peccato e peccatore, non si fa padrone del futuro dell'altro sia questo il "mondo", il diverso, il vicino di casa o lo stesso familiare. Per adempiere il compito bisogna vedere le "cose", le persone, gli avvenimenti dal punto di vista di Dio e diventarne mediatori: porsi in mezzo. Ecco perché ci è proposto Abramo (prima lettura) perché proprio ha fiducia in Dio e lo prega, Dio ha fiducia in lui e lo ascolta: "Non la distruggerò per riguardo a quei dieci". Perché sono sufficienti agli enzimi del bene, della giustizia e onestà per risanare una intera città.
Luca ci presenta Gesù in preghiera, in dialogo con il Padre perché è di lì che trae l'insegnamento per il discepolo: Dio è Padre, è amico dell'uomo. E cancella così la tradizione di un Dio ambiguo, capriccioso, da propiziare... e annuncia che Dio si scomoda anche in piena notte e proprio perché amico comprende le leggi dell'amicizia. Un Dio che non risponde alla giustizia umana per cui se è l'uomo che ha voluto fare a meno di Dio, Egli rimane distante, estraneo. È misericordioso: dà futuro: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
Non è come noi che siamo cattivi, cioè prigionieri del nostro istinto, giudizio, interesse. Egli darà lo Spirito, il discernimento, la parola, l'atteggiamento perché cercando quanto Dio ha posto di bene in ciascuno, superati i pregiudizi che ci impantanano nel presente di inimicizia a priori, costruiamo il futuro. È questo il Vangelo, la bella e buona amicizia.
Ascoltiamo Paolo: con Cristo, nel battesimo: immersi in Lui, siete anche risorti mediante la fede. Risorti dunque anche nella vita nel tempo. Non più bloccati, mortificati, impediti, impauriti gli uni dagli altri ma con uno Spirito nuovo, quello di Cristo che non è venuto a denunciare il peccato, ma, individuato, l'ha preso su di sé perché risorti con lui ci facciamo annunciatori di un mondo nuovo. Il documento di condanna Dio l'ha inchiodato alla Croce perché vivessimo in novità di vita e dessimo al mondo la notizia più sospirata: l'umanità è capace di nuove pagine della sua storia.

24/7/22

Letture: Gn 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13


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don Ezio Stermieri
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