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14/8/22 - XX Domenica t.o. anno C


Le poche righe or ora udite dal Vangelo di Luca sono così alternative alla nostra precomprensione su Gesù e il suo messaggio da richiedere un adeguamento al nostro modo di comprendere.
Gesù non è un pacifista. Non garantisce la pace imponendo una ideologia. Non è un pacificatore, di quelli che garantiscono la pace con i missili, i droni, l'imposizione di una pace dalla romana, alla sovietica, all'americana fino agli autoritarismi che entrano perfino negli alloggi famigliari. Non proclama il pacifico che cura il suo orticello e se tutti... tutti saremmo in pace perché ognuno fa i fatti suoi. Per Gesù la pace si costruisce e ognuno è responsabile. Il fuoco, la battaglia che Gesù è venuto ad inaugurare non è contro qualcuno. Non è invito ad entrare nella "polemis" per la roba, il potere, la sopravvivenza. Il nemico alternativo è dentro ciascuno ed è il nemico che rende ostile il fratello, il genitore, colui a cui è demandata la responsabilità dell'apprendere, della salute, della convivenza sociale, quando non diventi il profugo, il fuggitivo, l'esule o addirittura l'altro sesso, o genere come oggi si dice, il diverso colore...
Già ai primi cristiani nella Lettera agli Ebrei era puntuale al non stancarsi in questa lotta interiore per superare la legge dell'istinto, nella difesa che diventa attacco e raggiungere la libertà interiore che proclama la legge della relazione, della reciprocità che il cristiano impara guardando a Gesù: "Avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù". E aggiunge saggiamente anche per noi: "Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato".
Dall'Antico Testamento emerge la figura emblematica di Geremia, giudicato un pericolo pubblico, messo a morte per terrorismo, proprio lui che solo per amore del suo popolo denuncia quel pencolare sull'idolatria che falsifica ogni valore personale e comunitario, richiama al dovere del servizio quanti nei gangli della società hanno cambiato la forza della legge a garante del povero in legge della forza causa di una sperequazione colpevole a danno di quanti sono senza potere contrattuale. Ma alla fine la lotta per il bene ha la meglio: "Tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia". È una parola che vale per ciascuno perché nessuno che persegue la pace, desista.

14/8/22

Letture: Ger 38,4-6.8-10; Sal.39; Eb 12,1-4; Lc 12,49-53


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don Ezio Stermieri
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