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18/9/22 - XXV Domenica t.o. anno C


Matrimonio Laura e Stefano

Abbiamo or ora cantato: "Alleluja!". È uno scoppio di lode gioiosa a Dio che in Gesù si rivela e comunica Vangelo: bella e buona notizia che la vita con le sue scelte, decisioni è concreta e quotidiana via per realizzare l'aver dato salvezza all'esistenza.
Abbiamo risposto ai brani della Scrittura dell'Antico e Nuovo Testamento: "Rendiamo grazie a Dio" perché la sua Parola supera le nostre che danno per vere le statistiche, le analisi, la critica che vanificano ideali, progetti a lunga scadenza.
Quella di Dio è una parola che crea, lancia con ardimento nel futuro, mette radice in quel cuore dell'essere uomini che perdura nel mutare delle stagioni, nelle mode, nelle mentalità che diventano maggioranza per poi dissolversi senza diventare risposta al bisogno di dare stabilità quando l'"io" e il "tu" diventano "noi"; quando al di là della attrazione, della reciproca compensazione si fa sguardo al "nuovo" che nasce, che è sintesi, progetto, fedeltà, fatica gioiosa nel veder crescere il "nuovo" che è nato.
Quella di Dio merita il "grazie" perché sempre Egli si fa alleato, solidale, Spirito coraggioso ai "sì", al "sì" che Laura e Stefano stanno per dichiarare. Anche la Parola di questa domenica conferma ognuno di noi e il nostro insieme, questi sposi nell'andare in profondità per individuare la "roccia" su cui costruire la nuova casa.
Nell'ascolto del profeta Amos, l'invito a superare la concezione della vita dove l'"io" da difesa diventa attacco e ricatto di fronte alla debolezza dell'altro, il povero, l'umile perché – ecco la verità – "il Signore giura per il vanto di Giacobbe: «Certo non dimenticherò mai tutte le loro opere»". Diventa il camminare davanti a Dio, diventa "novità" nell'imbarbarimento di una umanità che smarrisce l'essere umani.
L'apostolo Paolo si fa portatore di una verità insostituibile: Dio, pur fidandosi della nostra libertà, "vuole che tutti gli uomini siano salvati". Non siete, non siamo in balìa del caso per cui non sappiamo come sarà il futuro. Il futuro ha una certezza, "una cosa bella e gradita": Colui che vi ha condotto a questo passo non vi abbandona.
Non comincia da oggi l'esaurirsi dell'amore ma, nel suo aspetto cangiante, l'andare verso il compimento. Ed ecco Gesù che chiede e ci chiede di fare di ogni occasione, situazione, proprio come per l'amministratore del Vangelo, la concreta condizione per uscirne salvi. Dice Gesù che il "padrone" lodò l'astuzia dell'amministratore perché ha tenuto conto della situazione di debito dell'altro e ha condonato. Proprio come fa Dio con noi. Fate anche voi così e questo rimarrà il giorno della gioia, dell'Alleluja, del rendiamo grazie a Dio.

18/9/22

Letture: Am 8,4-7; Sal.112; 1 Tm 2,1-8; Lc 16,1-13


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don Ezio Stermieri
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