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18/12/22 - IV Domenica di Avvento anno A


Se volessimo riassumere in una sola parola il contenuto e la dinamica della Parola di Dio in questa quarta domenica di Avvento, potremmo parlare della sorpresa di Dio. Il suo Avvento, il suo Natale dunque, il suo essere con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo non è risposta alla nostra domanda, al nostro bisogno di Lui perché incapaci di autosalvezza. Egli precede, sorprende, ha preso e prende l'iniziativa ed è la nostra vita che diventa risposta al suo esserci (Io sono: ci sono!).
Prendete il racconto di Isaia (prima lettura): il terrore del Re Acaz circondato dai nemici, sull'orlo del disastro dell'imminente guerra. Invitato a rivolgersi a Dio, rifiuta. Che cosa c'entra Dio con quanto sta per succedere? Ed invece Dio c'entra. Pone una promessa più forte di ogni nemico, capace di sbaragliare l'ateismo di un re fantoccio e dare continuità, salvezza al suo popolo: "Ecco, la vergine concepirà – e dunque Colui che nascerà sarà opera di Dio e del suo Spirito e non strategia dell'uomo – e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele, Dio-con-noi".
Prendiamo Giuseppe e il suo sogno infranto. Vorrebbe metter su casa con Maria ed ecco aspetta, la sua fidanzata, un figlio non suo. Esporla alla legge? Ripudiarla segretamente perché l'ama? E Dio lo sorprende. Allarga il suo sogno. Pone Giuseppe in un orizzonte di cui Dio, e non lui, è artefice: "Non temere!". Quanto sta avvenendo è compimento di una iniziativa di salvezza che è solo di Dio.
Prendete l'inizio della Chiesa. Pochi, perseguitati, destinati ad essere travolti dalla storia di una umanità che nell'uomo e non in Dio pone il suo progresso, la sua politica, la realizzazione del suo potere... E, si sentono dire: "Per mezzo di Gesù Cristo Signore abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome". Sembra che quei poveretti, stupiti, domandino: chi? Noi? "Sì, tra questi ci siete anche voi chiamati da Gesù Cristo, santi per chiamata".
Ora tocca a noi lasciarci sorprendere da Dio. Quella pace a cui anela l'umanità più che opera nostra e di quanti ci rappresentano è opera sua e senza porre ascolto alla sua parola c'è solo il grido, l'assicurazione che non tutte le armi sono già state usate. Lasciamoci sorprendere da Cristo. La Chiesa è opera sua ed Egli solo può dare al nostro oggi una pastorale che sappia osare ed andare oltre la sfida di un ateismo dilagante. Lasciamoci fecondare dallo Spirito perché l'invecchiamento della vita ritrovi l'entusiasmo, lo zelo nel dar forma ad una civiltà ed umanesimo degno dell'uomo. Lasciamoci sorprendere fino a constatare che il Natale non è tradizione nostra. È tradizione di un Dio che ancora non si è stancato dell'uomo. Sorpresa!

18/12/22

Letture: Is 7,10-14; Sal.23; Rm 1,1-7; Mt 1,18-24


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don Ezio Stermieri
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