PARROCCHIA SS. ANNUNZIATA - VIA PO, 45 - 10124 TORINO - TEL. 011 817 14 23

orario messe - orario confessioni - orario ufficio

HOME

19/3/23 - IV Domenica di Quaresima anno A


"Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo t'illuminerà". L'invito di Paolo agli Efesini, che si fa una voce della Parola di Dio, anticipa la luce della Pasqua ormai vicina, il passaggio della conversione da una situazione di mortificata cecità alla visione totale del senso, del valore, dell'orizzonte ultimo dei nostri anni.
Insiste San Paolo: "Un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore". E se ci fosse bisogno di convincerci, ecco la parola di Gesù appena ascoltata: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato, ma siccome dite: noi vediamo, il vostro peccato rimane".
Dunque una cecità responsabile anche la nostra. Vediamo solo che vogliamo vedere, vedendo talvolta anche quello che non c'è. Leggiamo, guardiamo perlopiù quanto passa il convento delle lobby, delle ideologie, dei poteri di turno e quindi giudichiamo secondo l'apparenza. Vediamo come i ciechi, più con le mani che misurano la quantità. Non vediamo oltre il nostro naso; vediamo senza prospettive. Non vediamo nulla oltre quella che chiamiamo morte. Siamo ciechi dalla nascita e lo siamo fino a che non incontriamo, nel Vangelo, Colui che ci ricrea: "Fece del fango, lo spalmò sugli occhi, invita anche noi come il cieco del Vangelo a lavarci nell'acqua che salva, in Cristo, nell'Inviato per la nostra salvezza e così vederci".
Entriamo dunque nella pagina evangelica per constatare la complessità della nostra situazione in un mondo che presume di vederci e crede vero solo quello che vede, la difficoltà di Dio in Cristo per esserci di salvezza. Le analisi, le colpevolizzazioni, i giudizi severi di quanti esercitano il potere per scoprire che Dio è interessato a nostro riguardo al solo nostro essere capaci di vedere come Egli stesso sa vedere e guardare.
Abbiamo ascoltato (prima lettura) come Dio ha scelto Davide come re dopo aver scartato Saul che nel servizio regale aveva guardato più al suo interesse che al bene del paese: "Io l'ho scartato perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore".
Gesù su di noi ha lo sguardo di Dio, vede in profondità, conosce il cuore di ogni uomo e insegna a noi l'intelligenza, "l'intus legere", l'andare in profondità, vedere l'uomo nel bambino che cresce, nella persona scelta, nel lavoratore, nel malato, nel povero, nel lascito umano di chi muore. Al di là della scienza, della competenza, dell'autorità, vedere che se perdiamo di vista la persona umana, abbiamo perso anche Dio. Vedere in Gesù Dio per noi. "Credi nel Figlio dell'uomo? E chi è perché io creda in lui? Gesù gli disse: lo hai visto, è Colui che parla con te".
Per questo Egli è la nostra Pasqua: "perché quelli che non vedono, vedano!".

19/3/23

Letture: 1 Sam 16,1.4.6-7.10-13; Sal.22; Ef 5,8-14; Gv 9,1-41


Torna alla pagina iniziale
Visualizza tutte le omelie


don Ezio Stermieri
Le omelie