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6/4/23 - Giovedì Santo - "in Coena Domini"


Prime Comunioni

"Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine". Così Giovanni l'evangelista ci introduce nell'atmosfera di quella sera in cui Gesù celebrando la Pasqua con i suoi entra nell'ora della consegna della sua vita, la sua passione, morte e risurrezione perché passassimo dalla morte alla vita abbondante, l'Alleanza sancita con il suo sangue e non più con quella descritta nell'Esodo, del sangue dell'agnello sugli stipiti delle porte mangiato in piedi come gente in partenza verso la terra della libertà.
Quella cena Pasquale è diventato il mandato, la missione, la messa come diciamo noi, che dice la nostra appartenenza a Cristo, lo Spirito, la forza, il coraggio che entra in noi nel nutrirci di Lui, pane spezzato, divenuti sangue del suo sangue, vita della sua vita, in partenza perché il dono è per noi e per tutti, fino al suo ritorno.
Le parole di Giovanni riassumono quel momento e questo come ricapitolazione di un amore: Dio che si fa carne nella nostra storia e geografia perché ogni uomo lo possa sperimentare e perché lo amassimo e riconoscessimo nella carne di ogni uomo. Per amore e mostrando l'amore misericordioso del Padre ha parlato e subito le sue parole sono diventate Vangelo, ha guarito, perdonato, ha camminato nei nostri villaggi divenuti le città del mondo intero. Per amore ha scelto la via di essere un Messia che si fa carico della nostra lontananza, della nostra morte, delle contraddizioni e tradimenti della storia per diventarne, Risorto, il Signore della vita nuova, dell'umanità che da subito, come ci ha ricordato San Paolo: "io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso". Quello che ha fatto noi ripetiamo, noi lo trasmettiamo ora, partecipando il Mistero della nostra fede ai piccoli della nostra comunità. Eccoli qui, tra noi. Quale gioia il dare a loro la legge della vita: voler sempre il bene, a tutti. Il Segno di questo amore che ci stringe attorno alla mensa dove lui si dona. La gioia di educare a stare con l'unico che non ci tradisce se lo invochiamo: Signore, se lo invochiamo: vieni presto in mio aiuto!
Giovanni, introducendoci nel Cenacolo, ci racconta il contesto che Gesù ha voluto per il dono di sé. Ha lavato i piedi ai suoi apostoli. È il segno che si riserva agli amici attesi, desiderati per condividere la mensa dell'amicizia. E se ci chiede di spezzare Lui-pane perché tutti possano condividerne la vita, ci chiede il gesto di servizio: anche voi, a vicenda, lavatevi i piedi perché nasca una umanità nuova, la Chiesa che Egli convoca fino alla fine della storia, per essere il segno, il sacramento di un mondo nuovo, possibile, da realizzare proprio partendo da quell'amore che Egli mostrò alla fine della sua vita in ginocchio davanti a coloro che, ricevuto il suo Spirito, sarebbero divenuti, e noi tra quelli, continuatori della sua missione.
Noi chiamiamo la Messa, Eucaristia, rendimento di Grazie, gratitudine per un amore insperato perché immeritato. E da quest'ora anche voi, per tutta la vita, ogni volta che parteciperete alla Cena, alla Pasqua di Gesù sarete testimoni di questo Amore e imparerete a trarre dall'affetto che vorrete a Gesù la forza, la gioia, il coraggio di voler bene a tutto il mondo.

6/4/23

Letture: Es 12,1-8.11-14; Sal.115; 1 Cor 11,23-26; Gv 13,1-15


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don Ezio Stermieri
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