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16/4/23 - II Domenica di Pasqua, anno A


Battesimo di Maria

"Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati". Così Luca, quasi in un diario che racconta i primi passi di coloro che avevano aderito all'annuncio che solo in Gesù, il Risorto, in Colui che aveva dato la vita per l'umanità caricandosi dei fallimenti nel tentativo di raggiungere la salvezza, "erano stati battezzati", immersi nell'acqua che lava e restituisce la vera identità, apre all'orizzonte di un Dio alleato, pone nella vita il fuoco che brucia le scorie, illumina, riscalda, rende partecipi della missione di Gesù. E subito enumera i compiti di quella comunità accogliente il dono, la cura e la premura nell'iniziare all'insegnamento della Parola di Gesù, alla comunione che partendo dal rapporto con Lui si fa abbraccio di fraternità, inserisce in uno stare insieme, la Chiesa, che mette nel cuore una identità educando al mettere in comune i doni che il Signore, chiamando alla vita, ha messo in ogni individualità.
Quei primi discepoli trasmettevano, dice sempre Luca, la gioia di essere di Cristo e la semplicità che non ha bisogno di forme, va alla sostanza, al cuore delle persone e delle cose. Una comunità che, per il bene che vi circolava e che era trasmesso, "godeva il favore di tutto il popolo". Quale orizzonte per noi comunità cristiana, per papà e mamma, nonni, padrino e madrina apre oggi il battesimo di Maria, il dono dunque che il Signore fa a tutti noi, oggi, domenica in Albis, festa dei battezzati, dei rivestiti di bianco, somma di tutta la bontà e i colori, le bellezze del Creatore, del Figlio Gesù, dello Spirito del Risorto.
Ma dove quei primi discepoli traevano la forza e l'ardore per dare conseguenza fattiva al Dono? Ce lo ha ricordato Giovanni nel Vangelo. L'appuntamento con il Risorto di otto giorni in otto giorni, nel giorno suo: domenica. Può essere che ciascuno si ritrovi in Tommaso, nel suo bisogno di un rapporto fisico dove tutto l'essere sia implicato: "Se non vedo, non metto il mio dito"… E, anche a noi Gesù rivolge l'invito a guardare quelle piaghe da cui siamo stati guariti, ad ascoltare il suo Vangelo, a cercarlo in ogni uomo disperato per aprirlo alla nostra esperienza: spezzare Lui, Pane di vita per la forza di tutti e di ciascuno. Qui ascoltiamo la parola che ci riguarda da vicino dallo stesso Gesù: "Beati quelli che non hanno visto – non sono stati partecipi della presenza storica di Gesù – ma hanno creduto": hanno posto passato, presente e futuro della loro vita nell'Eterno Presente, il Risorto per sempre, Colui che era, è e che viene.
Anche noi dunque, come la comunità di cui Pietro è apostolo e testimone, possiamo innalzare il nostro canto di lode: "Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù dei morti", primizia del nostro presente e futuro. È per noi l'invito ma anche la constatazione: "Perciò siete ricolmi di gioia affinché la vostra fede torni a vostra lode, gloria e onore".
"Voi lo amate", dice l'Apostolo anche a noi: "mentre raggiungete la meta della vostra fede: la salvezza delle anime".

16/4/23

Letture: At 2,42-47; Sal. 117; 1 Pt 1,3-9; Gv 20,19-31


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don Ezio Stermieri
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