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21/5/23 - ASCENSIONE, anno A


Certamente non facile per noi moderni, governati dalla fretta e dall'incombere delle cose, indotti alla semplificazione di quanto è complesso giudicandolo affrettatamente come complicato, fermarci come la Chiesa, oggi, ci chiede per contemplare e specchiare la nostra esistenza nel Mistero che porta a compimento il Rivelarsi, incarnarsi nella nostra storia, dare la propria vita in riscatto della nostra schiavitù all'"io", risorgere e anticiparci in quel Cielo che è l'estuario, il perché, la via per la nostra chiamata all'esistenza. Eppure è così. L'esperienza descritta e riportata da quanti fuggiti sono stati nuovamente raccolti per diventare testimoni ci è consegnato per il nostro credere e costruirci su il nostro quotidiano nella narrazione degli inizi di quel che siamo anche noi: Chiesa del Risorto e nel Vangelo or ora ascoltato con attenzione perché dall'elevarsi, dal ritorno al Padre a missione compiuta, a nemico sbaragliato: la morte, il male, la legge dell'istinto, il piano del Padre a nostro favore continua con i nostri passi, con le nostre mani, con la nostra intelligenza, buon volere, il nostro cuore.
Bellissima l'immagine che descrive ogni cristiano da quel momento finale di distacco dall'avventura terrena di Gesù ma del suo rimanere ogni giorno fino alla fine. Il cristiano è uno con i piedi per terra con tutto ciò che ne consegue ma l'itinerario, il metodo, lo spirito per il suo compito lo trova guardando in alto dove Gesù Cristo siede vittorioso. Proprio come Paolo scrive ai primi cristiani: "Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui". Rinunciare a questo spirito o dimenticarlo produce una Chiesa che, per essere fedele alla storia, dimentica, riduce, adatta il Vangelo alla mentalità cangiante del mondo o una Chiesa che, paurosa del compromettersi, tradisce il mandato, si sottrae, scomunica proprio quanti è chiamata ad evangelizzare.
La garanzia per la riuscita della missione che fa della Chiesa la continuità di Cristo che è passato facendo del bene a tutti e non si è sottratto al tradimento e all'abbandono è proprio nelle righe ascoltate. Deve essere così anche per noi: "Egli si mostrò ad essi vivo… parlando delle cose riguardanti il Regno di Dio". È tutto qui. Ma quanto è difficile far tacere le nostre chiacchiere perché risuoni e guidi la sua Parola, la sua Presenza, il suo Spirito.

21/5/23

Letture: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20


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don Ezio Stermieri
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