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28/5/23 - PENTECOSTE, anno A


Pentecoste. La festa ebraica per il primo raccolto nella terra dove Dio ha raccolto il suo popolo, gli ha dato una legge di libertà vissuta portando le primizie e facendo professione di fede: "Mio padre era un arameo errante, il Signore!…" diventa festa cristiana perché proprio in quel 50º giorno i 12 paurosi e rinchiusi si sentono inondati dello Spirito del Paraclito, inaugurano una nuova lingua, un nuovo linguaggio comune a tutte le culture, quello della reciprocità, della inclusione, del superamento di Babele e della frantumazione delle lingue: il nuovo popolo di Dio confessa che la terra rinnovata, l'umanità ricostituita è opera di Dio. Non più erranti ma "raccolti": Chiesa, segno e primizia del mondo atteso e sognato, quello della pace: della semina, del raccolto, della operosità umana e dell'aiuto reciproco. Basta con la guerra. Gli egoisti di turno ascoltino il lamento di troppi popoli ingannati e abbandonati.
È questo dunque il giorno in cui Cristo ripete su ogni generazione che sale: "Ricevete lo Spirito Santo" perché solo lo Spirito del Risorto è premessa del mondo nuovo agognato perché porta con sé il perdono. Non più la vendetta o il prevalere del proprio interesse egoistico ma diventare ognuno dono per gli altri: perdono.
San Paolo scrivendo ai Corinzi fa una previsione del modo nuovo di organizzare il vivere comune. Una pluralità e diversità dati da Dio a ciascuno e che ciascuno mette in circolo per il bene comune ricordando che uno solo è Dio, il Signore, "lo Spirito che opera tutto in tutti". Tutti, ricorda l'apostolo, "siamo stati dissetati da un solo Spirito". Qualcuno potrebbe obiettare che in 21 secoli la Chiesa, il cristianesimo non è riuscito in questa operazione e che talvolta questa terra divenuta piccola è tutta una lotta, una guerra fino a rasentare che non riuscendo l'umanità a mettere fine alla guerra sarà la guerra che porrà fine all'umanità. Vero ma vero anche che lo spirito del Male assoluto non ha vinto, non ha convinto che l'uomo per l'uomo sia lupo. L'altra verità si fa strada, quella che Dio ha posto come desiderio nel cuore di ogni uomo fatto e pensato per la relazione, la reciprocità, l'aiuto tra Stati, popoli, famiglie, individui.
E l'essere cristiani è essere pervasi dallo Spirito di Cristo e diventarne testimoni. Non è ubriacatura per non pensare ma pensiero grande che da erranti ci fa cittadini e popolo di Dio.

28/5/23

Letture: At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23


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don Ezio Stermieri
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