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11/6/23 - CORPUS DOMINI, anno A


Domenica, questa, che riporta coscienza la parola di Gesù: "Io sono con voi tutti i giorni fino al suo ritorno". La coscienza si apre alla festa ed illumina ogni domenica, Pasqua della settimana nella quale spezzare il Pane, nutrirsi della Parola e di Cristo stesso, forza per non venir meno nel cammino della vita. La condizione, anche per noi, è non dimenticare, fare memoria, entrare nella attualità di una presenza, quella di Cristo, perché quanto ha fatto, una volta per tutte, il succedersi dei tanti momenti della vita e della storia entrano nel "Presente", nell'esserci di Dio: io sono ci sono, e nella presenza di Cristo: io sono il Pane vivo disceso dal Cielo.
Come il popolo d'Israele nel cammino verso la libertà non doveva dimenticare che a fare strada c'era il Dio dell'Alleanza. C'era la sua Parola che illuminava ogni situazione del percorso, c'era la manna per l'energia necessaria, così per il cammino nostro verso l'approdo della vita in una patria non più terrena Gesù Cristo si fa nutrimento, si fa Parola che infonde speranza: chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nel giorno, ultimo, quello definitivo.
L'Eucaristia poi illumina e qualifica lo stesso percorso esistenziale: chi mangia la mia carne… rimane in me ed io in lui. È chiamata in causa la stessa identità di ogni cristiano e del nostro "insieme" che fa la Chiesa. Come ci ricorda Paolo: "Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane". Per noi, cristiani di oggi, presi dal "fare" come categoria interpretativa e giudicante la vita tanto che "facciamo" la Messa come una cosa, un rito, un gesto di appartenenza, è necessario recuperare ciò che la tradizione autentica ci consegna per comprendere l'Eucaristia: l'adorazione, la meraviglia, lo stupore per la qualità dell'amore che Dio ha avuto per noi.
E quando il Concilio descrive il "come" partecipare al "mandato", alla missione che Cristo ci ha comandato fino al suo ritorno: actuosa partecipatio, ancor prima di preparare e vivere al meglio la nostra partecipazione dovremmo rimanere sorpresi, grati, adoranti che il primo attore e partecipante sia Cristo per noi, nuova ed eterna alleanza.
Ne va, del tutto, il nostro essere e dirci di Cristo, la nostra specificità nel mondo, la certezza della meta del nostro pellegrinaggio terreno.

11/6/23

Letture: Dt 8,2-3.14-16; Sal.147; 1 Cor 10,16-17; Gv 6,51-58


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don Ezio Stermieri
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