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25/6/23 - XII Domenica t.o. anno A


Quante volte nello scorrere degli anni ci è stato insegnato e ripetuto che il diventare cristiani dice uno stare, un appartenere a Gesù Cristo e dunque comporta una testimonianza. A partire dalla Cresima, quando la vita è chiamata ad essere risposta ad una chiamata che qualifica le tante scelte, situazioni, priorità che la vita comporta. Il Vangelo accompagna le varie età della vita e sempre è proposta di risurrezione, di orizzonti allargati, di sfide che misurano quanto più grande sia la forza, l'aiuto, la grazia dello Spirito a confronto delle istintive paure. Ce l'ha ricordato San Paolo poc'anzi: "Il dono della Grazia", dell'amore gratuito di Dio è molto di più, più abbondante delle tentazioni di deviare.
Certo, oggi, la testimonianza dell'essere cristiani, o meglio, del diventare cristiani, non è contrapposizione a chi ci vive accanto. Non è divisiva. È esemplarità del comportamento prima ancora delle parole, anche se oggi ad un cristiano può essere chiesta ragione della sua speranza.
Gesù, l'abbiamo ascoltato nel Vangelo, conosceva allora e conosce oggi come il vivere in un contesto alternativo alla sua Parola ingeneri la tentazione all'adeguarsi alle tante verità in commercio, alla priorità del proprio vivere tranquillo ed egoistico, al compromesso di una fede interiore che è in contraddizione con la pratica. Quanti dichiarano con franchezza: sono credente ma non praticante… fino al rischio di svariati praticanti non credenti e non credibili!
"Non abbiate paura", ci ripete Gesù: "Non abbiate paura". La verità sulla vita è una sola: non il caso ma l'amore creativo di Dio ci ha messo al mondo e diventa regola di vita. Ci sono verità che stanno "prima" che possiamo rinnegare o fare nostre ma la verità su chi è l'uomo, il suo rapporto con l'ecosistema, l'amore che trasmette la vita, il senso del lavoro, i principi del vivere comunitario non possono essere elusi: la verità emerge, giudica e si fa strada.
Niente paura di chi si fa padrone della vita altrui. L'amore che Dio ha messo nel cuore umano prevale ed anche oggi grida nel dolore, nello spaesamento, nella ricerca di dignità in tanta parte dell'umanità. Abbiamo ascoltato la testimonianza di Geremia: "Terrore all'intorno".
Sempre nella vicenda umana c'è stato chi non accetta la testimonianza del profeta che vuol tenere uniti Dio e uomo, la sua alleanza che richiede di vincere l'ingiustizia, la vendetta, la bugia che fa del proprio interesse la verità politicamente corretta. Ci sarà sempre l'inganno e la denuncia del giusto ma Geremia, e il credente di sempre, ha una certezza: "Dio è al mio fianco". Allora la vita si fa canto, inno gioioso e la stessa prova rafforza e si fa testimonianza: "Cantate inni al Signore, lodate il Signore perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori".

25/6/23

Letture: Ger 20,10-13; Sal.68; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33


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don Ezio Stermieri
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