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29/10/23 - XXX Domenica t.o. anno A


Penso che non sia casuale che Matteo, nella narrazione dell'insegnamento di Gesù per sapersi parte del Regno che Egli annuncia con la sua persona, faccia rimando agli interlocutori di Gesù e al loro linguaggio provocatorio.
Nel brano di oggi, per esempio, un dottore della legge che presume di conoscere ogni dettaglio dei comandamenti dati da Dio a garanzia dell'identità, della libertà e del compaginarsi del popolo dell'alleanza. "Qual è il più grande comandamento?". Quello da cui discende tutto il resto, tutti i codici.
La domanda a Gesù potrebbe essere rivolta ad ogni cristiano e in uno Stato laico come il nostro ad ogni cittadino. Ogni italiano saprebbe rispondere il 1º articolo della Costituzione perché, fallito il progetto fascista dell'uomo nuovo, in armi, alla conquista di un impero, le forze avverse che mettono mano alla costituzione fanno sintesi: la libertà di ogni individuo che si realizza e garantisce sulla operosità (il lavoro) di ciascuno a custodia del territorio, della cultura, della scienza, della religione, della salute e via via per ogni dimensione che dà identità e relazione al paese, alla nazione.
A ben guardare questo principio esplicita a suo modo la priorità di Gesù: amerai. Amerai personalmente Dio artefice della vita e di ogni sua manifestazione. Amerai il prossimo e Gesù aggiunge: come te stesso. Perché chi non ama se stesso come amato da Dio e non si apre con dedizione alla società ma la vede nemica, avversaria, contrapposta pone il principio del fallimento dell'odierno presente.
Di qui, il Libro dell'Esodo esemplifica alcuni paragrafi essenziali: la cura dello straniero, dell'immigrato da vedere come risorsa e non come problema; la cura dell'orfano e della vedova; non approfittare (l'usura!) della debolezza del prossimo anche se fossi una banca; la condivisione perché nessuno rimanga al freddo, privo del necessario… perché, dice Dio: io sono pietoso e sto dalla parte dell'ultimo da integrare e non del guadagno di chi già ha di più. Il compito di ognuno nel contesto comune è dunque di libertà responsabile e senso di appartenenza ad un destino comune che per il credente è la Patria del Regno dei Cieli che qui ha il suo laboratorio.
Risuona anche per noi la parola e l'esempio di Paolo, grande tessitore di vite comunitarie basate sul diventare di ciascuno una vita cristiana: "Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene".

29/10/23

Letture: Es 22,20-26; Sal.17; 1 Ts 1,5-10; Mt 22,34-40


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don Ezio Stermieri
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