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21/1/24 - III Domenica t.o. anno B


Opportunamente è stato osservato come il Vangelo di Marco si rivolga a quanti sono o in vista del Battesimo o decisi a ricominciare da capo e dunque da Cristo il loro percorso di vita per mettere a reggere non la sabbia mobile ma la Roccia a sostegno della costruzione della casa.
Le parole di Gesù riportate dal vangelo odierno a quanti Egli ha chiamato e continua a chiamare a seguirlo sono dunque la premessa di una risposta esistenziale: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini". Gesù si sta rivolgendo a uomini che nella vita fanno i pescatori. Il seguirlo, il diventare cristiani non annulla la vita che precede la chiamata, il contesto, il vissuto che ha condotto al bivio di una novità. Eppure nella promessa c'è qualcosa che attraversa e qualifica ogni situazione, mestiere, occupazione della vita: diventare gente che porta ossigeno, aria nuova… pesca non per sé ma perché dall'acqua inquinata in cui si trova sia posto nell'acqua limpida che garantisce vita ("zogrontes" dice il testo da cui: pescatori!). Sicché ognuno è interpellato ad una risposta se dove vive, opera, conduce i suoi giorni è operatore di sanità di salvezza di Vangelo.
Forse come Giona (prima lettura) siamo refrattari all'appello. In fondo non abbiamo così stima dell'umanità da ritenerla degna dell'amore di Dio. Quante volte pensiamo che "questo" o "quello" meriterebbero la giusta ira di Dio. Ma non è la strada di Dio, di Gesù Cristo e non dobbiamo perdere la speranza che non solo il male si diffonde ma anche il bene e diventare operatori di bene.
Anzi, dice Paolo, dobbiamo avere "premura": il tempo si è fatto breve. Per troppe strade l'uomo va a rotta di collo alla sua rovina. Si tratta di porre il "bene" all'inizio dell'allinearsi dei valori che permeano le nostre giornate. Tutto deve essere relativizzato all'Unico Assoluto, Dio. Non che le scelte, le occasioni, la crescita nel vivere non sia importante. Ma non decisiva! "Come se non" dice l'Apostolo perché di tutto ciò che costituisce la trama della nostra vita rimane soltanto quanto abbiamo, persone o cose, ricondotto a Dio, a Gesù Cristo venuto a ricapitolare, dare senso e orientamento, coinvolgerci per quel momento finale quando Dio, pienezza di vita, sarà tutto in tutti.

21/1/24

Letture: Gio 3,1-5.10; Sal.24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20


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don Ezio Stermieri
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