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28/1/24 - IV Domenica t.o. anno B


L'assicurazione registrata dal Deuteronomio (prima lettura), messa in bocca a Mosé che "il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto", conferma nel popolo che Dio si è scelto per essere segno di benedizione che, di tempo in tempo, attraverso la profezia, l'alleanza non sarebbe venuta meno. Dio stesso è guida, legge, salvezza e non permetterà di deviare o di sentirsi abbandonato. Marco nel Vangelo indica in Gesù la realizzazione della promessa. Egli agisce nel giorno in cui Dio porta a compimento creazione e storia, la vita stessa dell'uomo: il sabato. Il suo insegnamento è autorevole perché il suo linguaggio è divino: non analizza, constata, giudica, critica come talora il linguaggio degli uomini: è operativo. Il povero disgraziato, posseduto dallo spirito del male che sente vicina la propria rovina, rappresenta ciascuno di noi e/o l'intero genere umano. Ed ecco la parola che libera e salva: "Taci! Esci da lui! E lo spirito gridando forte uscì da lui".
Non è forse così anche per ciascuno di noi? Proprio nel concreto del vivere, là dove viviamo i rapporti più intimi, intensi e decisivi come la famiglia, quando un "io" e un "tu" diventa noi, entra uno spirito che tenta a difendere dell'"io" la parte egoista, vendicativa, capricciosa. Il laccio è teso: fatti rapporti secondo le ragioni del tuo "io". Là dove aspiriamo a relazioni di pace, benevolenza, aiuto, lo spirito della guerra intima: non perdonare! Aspetta e vendicati! Fa' tu del male prima che l'altro lo faccia a te, e il laccio della solitudine strangola l'esistenza nel grande e nel piccolo. Là dove il lavoro, lo studio, la professione, le mansioni chiedono la gioia del realizzarsi, lo spirito insinua che sei usato, sfruttato, sottovalutato e insorge il bisogno urgente di drenare il lavoro diventato fatica con la trasgressione del cibo, del sesso, della rivendicazione e la vita si avvelena.
Ha ragione Paolo quando ai Corinzi dice: "Io parlo per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente (come gente che sa come Cristo zittisce e libera dalla tentazione di volgere tutto al peggio) e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni". Senza deviazioni perché la Parola di Gesù che restituisce alla bellezza della vita, resa viva e attuale dal suo Spirito, arriva qui, in mezzo a noi e quando diciamo in risposta alla Parola: rendiamo grazie a Dio; lode a Te, o Cristo; Alleluia, è tutta la vita e ciascun suo giorno che diventa Eucaristia, lode, benedizione, rendimento di grazie!

28/1/24

Letture: Dt 18,15-20; Sal. 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28


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don Ezio Stermieri
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