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4/2/24 - V Domenica t.o. anno B


In poche righe Marco tratteggia, per chi ha deciso di fare di Gesù il modello di vita, una giornata tipo del Maestro. La continuità tra la sinagoga, il luogo della fede udita e celebrata, e la casa, in questo caso di Pietro, dove la fede diventa carità e restituisce al servizio, perché la vita è servizio, la suocera febbricitante. Quasi a dire che la forza che Dio gli infonde guarisce da ogni male di cui la febbre è sintomo.
"Venuta la sera", annota Marco. Sera che va al di là delle ore del giorno e indica il sopraggiungere del buio nella vita quando i tanti tipi di male, fisico, psichico, spirituale assalgono e sembrano schiacciare l'esistenza: "Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati". Ed Egli, Gesù, rivela da che parte sta Dio e guarisce. Il lamento di Giobbe che riassume in sé l'esperienza del dolore trova risposta: "Ricordati che un soffio è la mia vita; i miei giorni svaniscono senza un filo di speranza" trovano risposta nella presenza di Gesù.
Marco annota poi che al mattino presto, per indicare l'inizio dell'agire di Gesù, la sua umanità sente il bisogno che il Figlio di Dio che è in Lui si unisca al Padre, nel deserto perché del Padre Egli è Parola che risana, cura che salva, luce che illumina il cammino della vita. "E andò per tutta la Galilea", la terra delle genti per dire nello scorrere del tempo che arriva anche a noi, a ciascuno di noi perché a nostra volta guariti, come la suocera di Pietro, ritorniamo alla vita a servizio, capaci di guarire i tanti mali che ci attorniano. Proprio come Paolo: "Mi sono fatto servo di tutti per guadagnare il maggior numero". La giornata della vita che oggi viviamo come impulso per ogni giorno dell'anno diventi aiuto fraterno, una mano che rialza, che dice: non sei sola dove la tentazione di rifiutare il dono di una vita nuova si fa tormento.
Annunziare il Vangelo oggi impone una certa radicalità, esige coerenza tra fede e vita, molto spesso prova e dolore e soltanto l'esemplarità di Gesù: il suo essere frequentatore del Padre e frequentatore della casa dell'uomo rende credibile il credente, rende la Chiesa attrazione perché quanto di più autentico nel cuore dell'uomo, nella comunità cristiana diventa palestra e laboratorio, scuola di gratuità come gratuitamente in Cristo Dio ci ha amati e perciò guariti.

4/2/24

Letture: Gb 7,1-4.6-7; Sal.146; 1 Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39


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don Ezio Stermieri
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