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25/2/24 - II Domenica di Quaresima anno B


La Quaresima per la quale ci siamo inoltrati interpella per un cammino di conversione e dunque un cambiamento di prospettiva nel valutare i nostri anni. Più precisamente nella sosta di questa domenica, un salire in alto, dietro Gesù sul monte.
La pianura nella quale viviamo con le sue nebbie improvvise rende comprensibili le cose al "tocco", per esperienza tangibile, le persone ombre, figure che ci sfiorano ma che non riconosciamo al di là delle reazioni che provocano quasi sempre di anonimato. Dio stesso nel gran chiacchierare diventa ipotesi vana, proiezione del nostro "io" insoddisfatto nello sbattere contro i muri del contrasto. In alto, siamo come gli apostoli a vedere con chiarezza, nella luce chi è Gesù e quanto sia estraneo al nostro quotidiano ricercare un senso, un orizzonte, lo sforzo per trasformare la paura dell'ignoto in sfida per dirci realizzati nel perseguire i tanti obiettivi da raggiungere.
Vedere come in Gesù, il Cristo, il Figlio nel quale ognuno di noi è amato da Dio, converge la storia (Elia) di una religiosità purificata, oltre la facile idolatria, la legge (Mosé) che ci rende liberi e capaci di verità senza fasulle sicurezze. Riassaporare la bellezza di non essere credenti per tradizione e latitudine ma perché riscontrato presente nella nostra vita e capaci di ascolto e di sequela. Sentire come Pietro istintivo il bisogno "bello" di portarlo nella nostra tenda, casa, società, chiesa ma anche sofferenza, prova, nello stesso morire è esperienza che decifra il mistero della vita e l'enigma della morte. Scoprire poi (è Gesù stesso che lo raccomanda!) che il ridiscendere nella pianura della vita non richiede parole per convincere, è sufficiente la vita che è diventata luminosa, evangelica, polverizza la fatica della conversione, l'andare avanti per abitudine, facilita il salto della speranza cristiana della quale siamo debitori verso il mondo come Chiesa.
E, come dice Paolo: "Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?". Il Gesù che si è rivelato trasfigurandosi, mostrandosi al di là dell'uomo ammirato. Dio fatto figlio e perciò fratello è "risorto, sta alla destra di Dio (e noi saremo con lui!) e intercede per noi". Proprio come Abramo, il primo credente, abbiamo bisogno anche noi di cambiare la figura, l'idea di Dio per scoprire chi è davvero. Abramo si è fidato. È divenuto credente ma ha continuato a pensare che, come il dio conosciuto come cananeo, chiedesse la morte del primogenito, proprio il figlio della promessa; ma sul "monte", in alto scopre che Dio non chiede la morte di nessuno, ma la vita. Una vita di alleanza, portatori dunque della sua benedizione, facitori di pace delle varie diversità, in continua ricerca dei segni del suo operare e della cura verso ogni uomo.
La riscoperta di Dio nel suo pieno rivelarsi e comunicarsi in Cristo farà anche di noi gente che non si accontenta della pianura nebbiosa, salire in alto, sul monte, sa riscoprire la bellezza della vita nello stare con Gesù e divenire continuatori della sua missione.

25/2/24

Letture: Gn 22,1-2.9.10-13.15-18; Sal.115; Rm 8,31-34; Mc 9,1-9


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don Ezio Stermieri
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